Bellanova, sanatoria flop e più sbarchi: non ci resta che piangere

La sanatoria voluta ad ogni costo dalla ministra Bellanova, finora è stata un flop di richieste. In compenso sono aumentati gli sbarchi.

Il governo è abituato a festeggiare in pompa magna ogni sua vittoria, ogni decreto andato a buon fine, ogni risultato positivo conseguito.

Meno abituato, invece, a raccontare gli insuccessi. Ma i numeri sono impietosi e non guardano in faccia a nessuno.

L’attesa sanatoria voluta a tutti i costi dal ministro Teresa Bellanova, che dopo aver minacciato di far cadere l’esecutivo se non fosse stata ascoltata si era addirittura commossa nell’annunciare il risultato conseguito, a giudicare dai numeri, sembrano belle parole rimaste tali.

Quello che nelle intenzioni del governo doveva essere un colpo risoluto al caporalato e al lavoro in nero si sta infatti rivelando l’ennesimo flop di un governo che continua a collezionare brutte figure: la sanatoria offriva infatti a partire dal 1 giugno la possibilità, per datori di lavoro e lavoratori, di presentare domanda e iniziare sin dal giorno dopo a lavorare.

Al momento non sono stati ancora diffusi i primi dati ufficiali, per i quali bisognerà attendere fino al 15 giugno prossimo, ma a giudicare dalle parole rilasciate a La Verità da Romano Magrini di Coldiretti i risultati fin qui raccolti sono stati tutt’altro che lusinghieri.

Una partenza che ha visto arrivare soltanto qualche centinaia di domande per la regolarizzazione, niente di più. Non dovevano essere seicentomila?

Dimensioni ben diverse da quelle, rivoluzionarie, che la Bellanova attribuiva al suo progetto. “A livello nazionale i numeri sono veramente esigui – ha spiegato Magrini – parliamo di un centinaio di domande o poco più in tutta Italia”. Numeri che sembrano confermare i dubbi espressi dalle stesse associazioni di categoria, che avevano storto il naso di fronte al progetto.

Sanatoria flop ma sbarchi in aumento

Gesù bambino nero
Migranti (Getty Images)

Nel mese di maggio centinaia di migranti sono arrivati in Sicilia. Non è dato a sapere se per la speranza di una sanatoria che non hanno capito (è prevista solo per chi già vive in Italia).

In più due giorni fa vecchi barconi utilizzati dai migranti per arrivare fino a Lampedusa, stoccati in due zone dell’isola, sono stati dati alle fiamme. I roghi sono divampati nell’area adiacente il campo sportivo e nel deposito di Capo Ponente.

Le colonne di fumo nero erano altissime e hanno letteralmente invaso l’intera isola. Non ci resta che piangere, ministro Bellanova?

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