Silvia Romano: “La polizia riporta che trattava nel commercio d’avorio”

Secondo una giornalista americana, Silvia Romano trafficava con l’avorio. Rivelazione clamorosa che nasconde ancora tante ombre. 

Che ci faceva l’ex Silvia Romano, ora Aisha, in Africa? La risposta dovrebbe essere scontata: la cooperante era in missione di solidarietà per i popoli disagiati del Kenya.

Dopo il suo arrivo in Italia, si sono scatenate mille polemiche, per lo più incentrate sulla sua conversione alla religione islamica, sul riscatto che c’è stato o non c’è stato, sul suo possibile matrimonio, la mano sulla pancia e la gravidanza.

Ma ora spunta materiale inquietante che potrebbe raccontare un’altra storia. Una brutta storia. Il rischio fake news è altissimo, ma la responsabile di questo sarebbe comunque una giornalista americana: tale Sophie Njok.

La perquisizione dei Ros nella sede della Ong Africa Milele: cosa cercavano veramente? Secondo la reporter emerge una nuova pista africana: quella dell’avorio.

Spunta dal blog di Cesare Sacchetti, “la cruna dell’ago” (nella Top 5 dei superdiffusori di fake news secondo la società americana Newsguard) una notizia bomba: la polizia kenyota da subito aveva affermato che Silvia Romano era coinvolta nel traffico illegale d’avorio…

Le rivelazioni inquietanti

Sophie Njok

Una notizia, che se fosse vera, getterebbe nello sconforto soprattutto i buonisti che hanno difeso Silvia Romano fin dal suo ritorno in Italia. Aisha non si sarebbe trovata in Kenya per attività di volontariato e di cooperazione per conto della Ong Africa Milele ma perchè sarebbe stata invischiata in un traffico d’avorio che si sono conclusi male per i mancati pagamenti da parte della cooperante.

A fornire questa versione, la giornalista Sophie Njoka, firma del People Daily Kenya. In un articolo pubblicato dal gruppo americano Media Max Network lo scorso 18 febbraio 2019 veniva infatti titolato: “La polizia riporta che la rapita italiana trattava nel commercio d’avorio”.

La notizia era stata cancellata dal sito originale ed è stato possibile recuperarla solo attraverso il sito internet Wayback Machine dove oggi è ancora possibile leggere la versione originale dell’articolo.

Una notizia scomparsa nel pieno caos mediatico della post quarantena.

Nessun quotidiano italiano ha finora dato notizia di questa informazione che cambierebbe completamente la versione dei fatti proposta fino ad ora sul rapimento della Romano.

La fonte originale, quella della polizia keniota

silvia romano 1L’arrivo della cooperante nel Paese africano risale al 5 novembre 2018. Secondo la versione che fu poi stata fornita dai media, la Romano si trovava nel villaggio di Chakama, in Kenya, per svolgere volontariato a favore dei bambini africani.

Ma la storia, secondo la polizia kenyota, sarebbe stata molto diversa da quanto raccontato.

Ufficiali della polizia keniota citati dalla giornalista Sophie Njoka sostengono che la giovane era giunta nel Paese per partecipare ad un traffico internazionale d’avorio di svariati milioni di euro.

La giovane sarebbe stata in contatto costante con uno dei suoi rapitori, Said Adan Abdi, fino ad essere rapita da quest’ultimo e da altri membri di una banda composta presumibilmente da almeno 8 persone il 20 novembre 2018.

La ragione del rapimento – sempre secondo i Maigret del Kenya – sarebbe dovuta al fatto che la Romano si era impegnata ad acquistare una partita di avorio, frutto di traffici illegali, dallo stesso Abdi ma poi la ragazza non aveva effettivamente proceduto ad onorare il pagamento per l’acquisto della merce.

La giovane, secondo la polizia locale, sarebbe poi riuscita comunque a far uscire l’avorio dal Paese rivendendolo ad un altro acquirente, ma nonostante questo non avrebbe proceduto ad onorare il pagamento del materiale.

silvia romano 2

 

Racconta la giornalista Sophie Njoka che il trafficante avrebbe quindi minacciato più volte la donna per avere il denaro che era stato pattuito, ma senza successo.

I contatti tra i sequestratori e la ragazza erano frequenti per tutti i giorni precedenti il sequestro, avvenuto il 20 novembre. L’uomo avrebbe tempestato di messaggi il cellulare della Romano nel tentativo, fallito, di avere i soldi promessi.

Da quel momento, sarebbe scattata la ritorsione dei criminali che scoperto l’inganno davrebbero deciso di rapire Silvia per chiedere un riscatto e poi, in un secondo momento, avrebbero preso la decisione di venderla al gruppo di terroristi islamici di al-Shabaab che l’avrebbero condotta fuori dal Kenya per portarla in Somalia.

A due distanze di settimane dal suo rapimento, la reporter kenyota segnalava altri importanti elementi.

L’8 dicembre 2018 infatti fu arrestato un ufficiale corrotto del Kenya Wildlife Service, un’istituzione gestita dal governo keniota per la protezione della fauna selvatica del Paese.

L’ufficiale fu arrestato assieme a suo fratello con l’accusa di essere entrambi coinvolti nel rapimento della Romano. L’uomo avrebbe rivelato alla polizia che la ragione dell’operazione criminale era quella di ottenere un riscatto per recuperare le somme di denaro che la giovane doveva in un primo momento alla banda per l’acquisto dell’avorio.

La Romano si sarebbe quindi trovata coinvolta in un traffico di avorio finito poi con il suo sequestro. fake news o verità agghiacciante? Ai posteri, l’ardua sentenza.

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