Reddito ultima istanza di 600 euro: a quali lavoratori spetta?

Il Reddito di ultima istanza è un bonus istituto dal Governo italiano nel Decreto Cura Italia. Riguarda particolari categorie di lavoratori che non possono accedere ad altri tipi di sussidi 

Reddito Ultima Istanza
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Le misure di sostegno inserite nel Decreto Cura Italia per sopperire alla diffusione coronavirus sono molteplici e abbracciano praticamente un po’ tutti i cittadini. Dal bonus affitto a quello baby sitter, passando anche per chi non ha una posizione lavorativa regolare o comunque ben delineata. 

Tra le tante una che merita un approfondimento particolare è il Reddito di Ultima Istanza per cui sono stati stanziati circa 300 milioni di euro. Riguarda alcune tipologie di lavoratori, che per svariati motivi non possono usufruire dei bonus canonici. Gli unici aspetti in comune con le altre misure di sostegno sono naturalmente la cessazione, la riduzione e la sospensione della loro attività o del loro rapporto di lavoro a causa del Covid-19. Non è escluso che nel decreto di aprile possano esserci novità in tal senso, come ad esempio il limite di 10mila euro relativo al reddito prodotto nell’anno 2019.

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Reddito ultima istanza: chi può richiederlo e come ottenerlo

Reddito Ultima Istanza
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Dunque, chi sono i beneficiari di questo particolare reddito previsto dall‘articolo 44 del Decreto Cura Italia? Principalmente i liberi professionisti iscritti agli ordini e a casse di previdenza privata e quindi non registrati all’INPS. Vanno aggiunti inoltre gli agenti di commercio e i dipendenti a tempo determinato. Percepiranno 600 euro al mese (fino alla fine dell’emergenza) come i possessori di partite Iva e i lavoratori autonomi delle gestioni speciali INPS. Per queste e tante altro info relative alla tematica, il MEF sul proprio sito ufficiale le FAQ del caso.

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Andando ancora più nel dettaglio questo compenso spetterà a ingegneri, giornalisti, commercialisti, consulenti del lavoro, architetti ed avvocati solo per citarne alcuni. Nel provvedimento definitivo potrebbero essere inclusi anche i collaboratori domestici (colf e badanti). La domanda va inoltrata alle casse professionali di appartenenza, con cui il MEF sta studiando i criteri d’accesso e le modalità di erogazione del beneficio.

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