Cornavirus, la terza ondata ora spaventa il Governo: “Non si festeggia”

A questo punto la terza ondata diventa qualcosa di realmente concreto, non più il presagio del virologo di turno.

Francesco Boccia
Francesco Boccia Natale (Facebook)

Nelle scorse settimane i virologi, gli esperti vari che in tv e sui giornali da mesi ormai quotidianamente diffondono il loro verbo, hanno iniziato a parlare con insistenza di terza ondata. Il perchè è molto semplice. I numeri non calano come forse ci si aspettava, le festività natalizie faranno in modo che ci saranno numerosi incontri, tra familiari e non solo, il virus veicolerà ancora più del dovuto, ed ecco che la frittata è bella che fatta.

Ma fino a qualche giorno fa, la previsione era tutta affidata agli esperti, come si è detto, mai un politico aveva sostenuto l’eventualità, almeno non convinzione. Questo fino a quando, insomma, Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, non ha pubblicamente criticato l’eventualità di una apertura tra comuni per i giorni clou di Natale. Questo perchè si tratta di una misura non necessaria in un momento in cui non bisognerebbe festeggiare vista la situazione.

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Cornavirus, la terza ondata ora spaventa il Governo: I rischi diventano troppo alti

Boccia quindi, valuta inutile quella misura, o l’estensione delle libertà in essa contenuta. Questo perchè a suo parere non ci sarebbe da festeggiare con una situazione del genere, con i contagi che non calano e con le morti che non accennano altrettanto a diminuire. Boccia parla di terza ondata, e parla del rischio concreto che l’Italia ci finisca dentro.

Ecco fatto, termine sdoganato anche dalla politica, non solo, ma da un rappresentante del Governo. La terza ondata quindi entra ufficialmente nelle ipotesi per l’immediato futuro. Però a questo punto non è chiaro il perchè si pensi a misure meno restrittive, invece di confermare quelle che ci sono, se non inasprirle ulteriormente.

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