250 esperti snobbati dal Governo: “in 20 giorni finiva tutto” Ecco come

250 esperti di tutti i rami della scienza avevano proposto un’alternativa al lockdown nazionale ma sono stati ignorati.

 

E’ notizia di poche ore fa che il Governo vorrebbe aprire più Covid hotel per potere ospitare pazienti contagiati che devono fare la quarantena. Questo, per scongiurare il collasso negli ospedali e per potere trovare una collocazione idonea a quei positivi che per ragioni logistici, non possono restare in casa con il rischio di contagiare i familiari.

Un’ottima idea, peccato che 250 esperti l’avevano già avuta il 29 marzo scorso e che avrebbe potuto scongiurare il lockdown e la conseguente crisi economica. Il problema è che il Governo, allora, li ha ignorati.

Il gruppo “Lettera 150” era composto da 250 studiosi di diverse discipline, inviarono al Presidente Conte e al ministro della Salute, Sperazna, un report, sottoscritto da diversi ricercatori italiani. I ricercatori del Cnr, dell’ Istituto di fisica nucleare, dell’Università di Camerino e del Rome International Center for materials science avevano proposto come soluzione un metodo alternativo al lockdown, il CFMT, “Case finding and mobile tracing”.

Seguendo questa tecnica ignorata dal governo, sarebbero stati necessari “20 giorni” per spegnere l’incremento del numero dei contagiati.

LEGGI ANCHE >>> Coronavirus, parla il viceministro Sileri: Niente lockdown

250 esperti ignorati dal Governo: “in 20 giorni finiva tutto, partendo dalle famiglie”

I ricercatori erano certi che “i nuclei familiari siano il luogo per eccellenza della diffusione”, lo spiegava Ravagnan, professore ordinario di Microbiologia Università Ca’ Foscari di Venezia. Di conseguenza era – e lo è ancora – evidente che è lì che bisogna intervenire maggiormente per soffocare l’andamento dei contagi: “Le famiglie sono spesso impossibilitate a gestire il contagiato e ad evitare focolai familiari che diventano talvolta di condominio. Il fattore ‘riproduzione’ può essere invece abbattuto in tempi brevi”.

In che modo? Con i Covid hotel, appunto: strutture all’interno delle quali soggetti contagiati possono essere “ospitati in condizioni di quarantena assistita, con costi ridotti rispetto a quelli di un ricovero ospedaliero”.

Il governo, però, spiega Valditara, “ha fatto lo scaricabarile con le Regioni. È più comodo delegare. Così, a luglio con il decreto legge 34, la gestione degli hotel Covid è passata dalla Protezione civile alle Regioni. Il risultato è che non solo è andato a saltare un coordinamento su base nazionale ma anche che solo ora le asl stanno preparando i bandi”.

A marzo, quando si erano iniziate a verificare le strutture disponibili in tutta Italia, era emersa una “capacità di 43mila posti letto”. Invece “oggi le strutture convenzionate sono insufficienti”, scrive Libero. “Basti vedere cosa è accaduta ad Orbassano (Torino) dove con il Covid hospital pieno, i posti letto sono stati allestiti nella chiesetta di San Luigi”.

Oggi è il governo a pensare ai Covid hotel, ma nel frattempo milioni di italiani sono finiti in disgrazia a causa dei lockdown e migliaia sono morti anche per malasanità.

LEGGI ANCHE >>> Come aver bevuto tanto vino: i volontari del vaccino covid e gli effetti collaterali

Impostazioni privacy