Coronavirus, Milano in tilt, gli operatori sanitari: “è peggio di marzo”

La città ripiombata nel panico dei posti letto mancanti e delle ambulanze di corsa ad ogni svincolo, l’incubo si ripete.

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Ambulanze Milano

Il capoluogo lombardo torna nell’incubo covid19, la città soffre l’epidemia in maniera capillare, le ambulanze suonano ad ogni svincolo, le code all’esterno degli ospedali richiamano ai folli disagi di marzo. La paura è tornata e non si sa per quanto resterà in città, il nemico che si pensava di aver sconfitto, è ritornato, peggio di prima, con una veste diversa forse, ma è ritornato a mettere terrore ai cittadini e all’intera regione.

Gli operatori del servizio sanitario sono stremati, faticano a contenere le richieste a portarle a termine, le code agli ospedali sono estenuanti, non si respira bene, la fatica monta, la stanchezza di ore ed ore passate alla guida di un ambulanza o prestando servizio ai pazienti che richiedono il pronto intervento si fa sentire forte. Il sistema sta per collassare, occorrono mezzi, occorre personale, occorre spazio.

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Coronavirus, anestesisti sul piede di guerra: “non va bene cosi”

In città monta il panico, la gente ha paura e gli operatori sanitari sono esposti in prima persona al rischio più grande e protagonisti in oltre del collasso del sistema che obbliga i mezzi a girare tra gli ospedali alla ricerca di un posto libero per i malati che trasportano. Sul piede di guerra gli anestesisti, già precettati dalla regione in modalità totale per il covid hospital in zona Fiera, si chiede insomma la disponibilità totale degli operatori.

Ma gli stessi operatori non ci stanno, vogliono garanzie, non si può fare come marzo, non si può continuare in un modo tanto disorganizzato. Si chiede il rispetto per la propria professione. Milano insomma sta per esplodere, e il virus intanto continua a spargere disagi e tensioni.

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