La Francia è in ginocchio: lockdown totale! “Altrimenti 400mila morti”

Il coprifuoco non basta alla Francia e allora Macron decide per il lockdown totale. La curva dei contagi è impazzita.

“La seconda ondata sarà più dura e letale della prima». Bastano queste parole, pronunciate dal presidente francese Macron, a raccontare di una situazione drammatica nel Paese così vicino a noi. Ieri i nuovi contagi Covid sono stati più di 36mila (in Italia 24mila) e i decessi 244. Ma la curva dei positivi non accenna a diminuire, anzi. E allora Parigi decide di chiudere tutto: non basta il coprifuoco, ci vuole il vecchio temuto lockdown.

Emmanuel Macron ha parlato alla nazione e non ha potuto nascondere la sua forte preoccupazione. Ha delineato scenari impressionanti: “almeno 400.000 morti in più entro qualche mese se non facciamo nulla contro il coronavirus”. Una catastrofe che il presidente vuole evitare con tutte le forze che gli competono.

Sarà lockdown su tutto il territorio nazionale a partire da venerdì 30 ottobre per contrastare i contagi. Le scuole però resteranno aperte. Bar e ristoranti saranno chiusi «almeno fino al primo dicembre».

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La Francia è in ginocchio, lockdown totale: restano aperte le scuole

Al contrario dell’Italia, dove in Puglia, il governatore Emiliano ha deciso di chiudere tutte le scuole, responsabili secondo lui della seconda ondata di contagi, Emmanuel Macron chiude tutto ma decide di tenere aperta proprio la didattica in presenza.

Durante il nuovo lockdown, le frontiere dello spazio Schengen resteranno aperte, ha detto Macron. «Dobbiamo restare uniti e solidali e non cedere al veleno delle divisioni», ha detto il presidente francese. «Ho fiducia nella nostra capacità di superare questa prova, dobbiamo reggere, ce la faremo. Per risollevarci dobbiamo restare uniti e resteremo uniti».

I bar, i ristoranti e i «negozi non essenziali» chiudono in Francia a partire da venerdì prossimo. Il presidente ha spiegato che «i negozi definiti a primavera come non essenziali, in particolare bar e ristoranti, resteranno chiusi», ma «l’economia non deve né fermarsi, né crollare» […] «L’attività continuerà con maggiore intensità, il che significa che gli sportelli dei servizi pubblici resteranno aperti, come anche le fabbriche e le aziende agricole. Uffici e lavori pubblici continueranno a funzionare».

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