Scontri in piazza, le città insorgono contro lo Stato: Viminale alza l’allerta

Negli ultimi giorni numerose manifestazioni si sono svolte in Italia per protestare contro le nuove misure restrittive contenute nell’ultimo dpcm.

Gli ultimi giorni di proteste hanno seriamente allertato il Viminale sul rischio di forti tensioni sociali nelle principali città italiane. Le proteste di Napoli, Milano, Roma, Torino e tante altre città ancora, restituiscono al termometro sociale una realtà che non arresta la propria protesta. I manifestanti chiedono garanzie circa le loro occupazioni, le proprie attività, le proprie aziende. Lo Stato questa volta, dovrà affrontare queste esigenze, questa richiesta di diritti.

Le grandi città manifestano da giorni contro il dpcm ufficializzato nella giornata di ieri dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, le serrate obbligate ed anticipate a bar, ristoranti, pizzerie, pub, ha fatto infuriare gli imprenditori ed i lavoratori del settore, convinti che un’altra mazzata simile a quella di marzo, ridurrà a niente il settore, consolidando una spirale di crisi che probabilmente culminerà con la chiusura di migliaia di attività.

LEGGI ANCHE >>> Dpcm, la sfida delle palestre: noi restiamo aperti, con le buone o con le cattive

Scontri in piazza, le città insorgono contro lo Stato: Viminale alza l’allerta, tensione sociale alta

Dopo gli scontri di Napoli della scorsa settimana, in sordina altre manifestazioni si sono susseguite nelle principali città italiane. Poche persone, poca voce, poca attenzione. Ma con il passare dei giorni, per persone scese in strada sono aumentata, è cresciuto il volume di quella voce e l’attenzione di conseguenza, come è giusto che fosse, è aumentata. Oggi la situazione è assolutamente da tenere sotto controllo.

Il ministero dell’interno monitora ogni singola situazione, vagliando la possibilità di interventi mirati laddove si scorga il pericolo di più movimentate proteste. L’allerta è alta, cosi come il malcontento ed il livello di rabbia dei cittadini, molti dei quali ormai senza più nulla da perdere.

LEGGI ANCHE >>> Costretto a chiudere dopo l’ultimo Dpcm: guardate come avete ridotto papà

Gestione cookie