Le Iene, inviati aggrediti dagli esponenti del clan: non era la prima volta

Spintoni ed anche pugni, l’inviato de Le Iene, Alessandro Di Sarno ed il suo operatore sono stati aggrediti dal clan.

Le Iene, inviati aggrediti dagli esponenti del clan: non era la prima volta
Alessandro Di Sarno (Fonte foto: web)

Di nuovo il clan Casamonica, tra i protagonisti di un’aggressione ai danni di alcuni inviati, gli esponenti della famiglia mafiosa. Stavolta, è toccato agli inviati de Le Iene, programma investigativo di Italia 1, oggi condotto da Alessia Marcuzzi.

A subire la violenta aggressione, Alessandro Di Sarno e l’operatore video, che in quell’occasione collaborava con lui. Per gli uomini del clan romano, non è questa, la prima aggressione ai danni di una troupe giornalistica.

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Spinte, pugni e registrazione cancellata

Pugni e spintoni, a rimetterci l’inviato del format Le Iene, Alessandro Di Sarno e l’operatore che lo seguiva. Risultato: telecamera presa con la forza e portata via dagli energumeni. Alla restituzione, avvenuta solo dopo l’arrivo di una voltante della Polizia, la camera non aveva più al suo interno, le registrazioni effettuate quel giorno.

Sembrerebbe, che gli uomini “addetti” alle aggressioni di questo tipo, siano sempre gli stessi, per il clan Casamonica. Sarebbero proprio loro, secondo Il Messaggero, ad aver già aggredito nel 2018, gli inviati di Nemo. Il clan romano, vide finire in prigione ben 23 uomini affiliati, nell’aprile del 2019. A quanto pare però, non erano abbastanza da far perdere forza al gruppo, che invece ha preparato un vero e proprio raid ai danni della troupe inviata dalla Mediaset.

La vicenda, risale allo scorso sabato pomeriggio, intorno alle 16:30. Il giornalista italiano, provava a registrare la propria testimonianza da mandare in redazione, presso via Francesco Di Benedetto, quartiere Romanina, dove si erge una delle tante ville possedute dal clan. Il cronista ed il collaboratore però, non avevano violato nessun domicilio, rimanendo sul suolo pubblico. A niente è comunque servito, per non farsi accerchiare ed aggredire.

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