Quell’arcobaleno sul nuovo ponte di Genova non era un caso

L’arcobaleno non è comparso quando è arrivato a Genova il premier Conte, come ha provato a scrivere qualcuno. Quell’arcobaleno era solo per loro.

La cronaca di una giornata piena di emozioni, talvolta contrastanti tra di loro. I familiari ne avrebbero fatto a meno, ma c’era un’inaugurazione ‘istituzionale’ da fare. Nasce il nuovo ponte Morandi che – chissà perchè – da oggi si chiamerà San Giorgio.

C’erano tutti: i politici, la banda e le immancabili Frecce Tricolori. E c’era pure la stessa pioggia che caratterizzò quel drammatico 14 agosto di due anni fa quando il crollo del ponte causò la morte di 43 persone.

Ma quello che nessuno si aspettava era la magia di un arcobaleno che come d’incanto, è comparso alle spalle del ponte poco prima che iniziasse la cerimonia di inaugurazione. Un arcobaleno che, anche lui, assomigliava ad un ponte: tra il passato e il futuro. Come se l’anima delle persone morte su quella strada, salutasse il nuovo arrivo e le anime che da ieri in poi percorreranno quello stesso tragitto.

Inaugurato il Ponte San Giorgio, il momento più bello: Mattarella incontra i familiari

(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Uno dei momenti più emozionanti è stato l’incontro tra il Presidente della repubblica Sergio Mattarella con i familiari delle vittime del crollo.

Mattarella, venuto ha accolto la richiesta dei familiari di non rendere troppo festosa una giornata che ricorda un tremendo lutto e ha imposto una cerimonia sobria. Solo grazie al Presidente, il Comitato ha accettato che sul ponte venissero letti i nomi dei loro familiari morti. Poi, Mattarella si è recato sul ponte per l’inaugurazione. Che bel presidente, Mattarella!

La cerimonia è iniziata con l’inno di Mameli ed è entrata nel vivo con la lettura dei nomi delle 43 vittime del ponte Morandi.

Subito dopo sono state suonate le note del ‘silenzio’. «Non siamo qui per tagliare un nastro, e forse non è neanche facile abbandonarsi a intenti celebrativi […] È ancora troppo acuto il dolore della tragedia», le parole di Conte.

Ad accogliere Conte c’era il sindaco Marco Bucci che gli ha regalato la mascherina con la croce di San Giorgio simbolo di Genova, il governatore Giovanni Toti e la ministra Paola De Micheli.

«Il ponte San Giorgio è il simbolo della rinascita del nostro Paese. Genova deve diventare un modello: senza burocrazia e senza vincoli si crea lavoro e sviluppo», ha detto il presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Ma non sono mancate le proteste: «Più che un ponte, una passerella»: è lo striscione affisso da militanti di ‘Genova Antifascista’ sulla facciata di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova.

«Oggi assisteremo all’ennesima messa in scena a scopo propagandistico dei signori Bucci e Toti. – interviene il gruppo via Facebook -. Non importa se su quel ponte morirono 43 persone, lo show deve andare avanti […] Basta passerelle, non è stata una tragedia ma è una strage di Stato». 

 

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