“Bomba” Covid in Veneto: più di cento migranti positivi nell’ex caserma

134 positivi al covid tra ospiti e personale di un centro di accoglienza per migranti a Treviso, un numero altissimo visto che la capienza è di 340.

Sono lontani ormai i tempi in cui il governatore del Veneto, Zaia, esultava, e ne aveva ben donde, perchè la sua regione era a zero contagi.

Oggi – sarà brutto dirlo ma parlano i numeri – il 90% dei nuovi contagi sono riferiti a immigrati e, nel caso di Treviso, ovviamente a risultare positivi sono anche gli operatori che si occupano di loro.

Un nuovo focolaio di coronavirus è stato individuato nell’ex caserma Serena di Treviso: a seguito dei tamponi eseguiti ieri dall’Uls della Marca, 134 persone sono risultate positive su un totale di 340 che vivono e lavorano nel centro di accoglienza per richiedenti asilo. La notizia è stata confermata dallo stesso Presidente della Regione Veneto.

“Sono più di 130, probabilmente 134 i migranti positivi nella ex caserma Serena”. Naturalmente tutti gli ospiti del centro rispetteranno ora un periodo di quarantena obbligatoria.

Le prime positività all’interno dell’ex caserma Serena sono state riscontrate due giorni fa martedì 28 luglio: i sanitari avevano infatti sottoposto a test del tampone un ospite che aveva riferito distare male.

Dopo la scoperta del covid anche due suoi contatti ravvicinati sono stati testati, risultando anche loro positivi. Ieri, mercoledì 29 luglio, le autorità sanitarie hanno quindi deciso di accertare lo stato di tutti gli ospiti e operatori della struttura.

Non solo il focolaio nell’ex caserma: in Veneto altri due casi a rischio

Sono però anche altri i possibili focolai controllati con estrema attenzione in Veneto: uno riguarda un’infermiera dell’Unità Operativa di Malattia Infettive del Ca’ Foncello e l’altro un operatore di un centro disabili.

L’infermiera, che non ha manifestato sintomi, è risultata positiva nell’ambito dei controlli svolti a seguito della positività, riscontrata tre giorni fa, di un suo contatto stretto, sintomatico.

Sarebbe lui, dai primi riscontri, la causa del contagio della donna, subito collocata in isolamento domiciliare. Ieri, a scopo precauzionale, è stato eseguito il test su tutti gli operatori dell’Unità Operativa di Malattie Infettive.

La positività dell’operatore del centro disabili, anche lui asintomatico è emersa, invece, nell’ambito dei consueti controlli a cui vengono sottoposti gli operatori delle strutture.

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