Sicilia, nuovo focolaio di Coronavirus: 11 positivi in provincia di Catania

Un nuovo, seppur di ridotte dimensioni, focolaio nella provincia di Catania. Almeno 11 i positivi a Pedara, per il sindaco la situazione è sotto controllo

Sicilia, nuovo focolaio di Coronavirus: 11 positivi in provincia di Catania
Fonte foto: (Pixabay)

La situazione è monitorata con estrema cura, ma per adesso un altro focolaio è stato scoperto in Italia. Parliamo del Sud, in Sicilia, dove 11 persone sono risultate positive al Coronavirus, nella provincia di Catania.

La cittadina del focolaio è Pedara, un posto di quindicimila anime. Tra gli 11 cittadini del paesino, 3 minori tra cui due, ricoverati insieme ai genitori per motivi precauzionali. Le condizioni, sia loro che dei parenti, non sarebbero infatti preoccupanti.

Sicilia, contagi collegati fra loro e monitorati

Fonte foto: (Pixabay)

Focolaio di intensità minore, scoperto a Pedara, in provincia di Catania. 11 persone di cui 3 minori, sono positivi al Covid-19. Secondo le ricerche effettuate i casi, sarebbero tutti collegati tra loro e circoscritto a tre nuclei familiari. Nessuno verserebbe in condizioni critiche, ma è importante ora capire se il contagio si sia allargato ad altre unità.

Per questo, lavorano alacremente, le Unità territoriali dell’Asp, alla ricerca di possibili congiunzioni con altri casi. Possibili contatti con gli undici positivi, saranno sottoposti a tampone, per scongiurare la possibilità di nuovi casi vicini al primo focolaio.

Il sindaco di Pedara, Antonio Fallica, afferma che la situazione è sotto controllo e smentisce la possibilità di una possibile nascita del focolaio, all’interno di una comunità evangelica locale: “Alcuni soggetti che professano questa confessione sono positivi. – Spiega Fallica – Avrebbero contratto il virus da persone di altri paesi, ma non c’è nessun focolaio.

Siamo in un momento molto delicato per la nostra economia e dobbiamo stare molto attenti per evitare di chiuderci dentro nuovamente. Questo è possibile solo spezzando la catena del contagio ed evitando terrorismo psicologico e inutili allarmismi. La situazione è sotto controllo e dobbiamo stare vicini moralmente alle famiglie dei malati, senza la caccia all’untore che purtroppo si sta verificando. Dobbiamo riscoprire quel “sistema paese” che nei mesi scorsi ha dato i suoi frutti, certi che se la situazione dovesse peggiore siamo pronti a intervenire con altre misure”.

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