I mostri di Novara: “Una botola per entrare nella setta del sesso”

Il racconto spaventoso dalla setta: “Una botola nell’armadio del dottore: così entrai nella setta del sesso”. Anna oggi è maggiorenne ma all’epoca aveva 8 anni.

Il nuovo allarme sociale si chiama psico-setta. Non più – o almeno non solo – sette sataniche con sacrifici e soprattutto tanto sesso. Oggi ci sono uomini e donne – anche medici e psicologhe – che speculano sul disagio delle famiglie per schaivizzare le persone più fragili ed abusare sessualmente di loro.

Soprattutto donne, adulte ma anche bambine. Anna è la prima ad aver denunciato la setta psicologica di Novara, scoperchiando un’organizzazione criminale tutt’ora attiva, coinvolta in reati sessuali e molto altro. Anna aveva solo 8 anni quando un familiare la spinse tra le grinfie dei mostri.

La ragazza ora è maggiorenne ed è la super testimone che ha denunciato e che ha dato il via alle indagini. È rimasta per ben 16 anni all’interno di quell’ambiente, dove è stata introdotta all’età di 8 anni da uno zio che già la frequentava.

Per lei, ancora bambina, era un mondo magico e incantato, una favola nascosta dietro una botola all’interno di un armadio. Era il passaggio segreto che la conduceva in una realtà parallela dove tutto era perfetto, colorato e apparentemente a misura di bambina. Ma in realtà era un’illusione creata dal ‘dottore’ e i suoi adepti i quali miravano solo a soldi e sesso.

Si chiama circonvenzione di incapace. Anna però ce l’ha fatta a lasciare quel mondo falso ed è riuscita a ricostruirsi una vita e a lasciarsi alle spalle quell’esperienza così traumatica:  non tutti però hanno avuto e hanno la sua forza.

I mostri di Novara, l’ingresso tra gli adepti

L’ingresso tra “le bestie”, come si definivano gli adepti della psicosetta di Novara è avvenuto per Anna in età infantile ed è allora che ha conosciuto “Lui”, o “Il Dottore”, l’uomo che ha dato vita a tutto e che manovrava le vite di tutte le sue vittime.

Era vietato fare il suo nome, che tutt’oggi non è stato ancora rivelato alla stampa, ma era lui a decidere qualunque aspetto della vita di chi aderiva alla setta, dalle frequentazioni al lavoro. Si sa solo che ora ha 77 anni e vive a Cerano, in provincia di Novara, in una sontuosa villa.

Pare sia laureato e abbia a lungo lavorato in una parafarmacia ma non lo si vede molto in giro e quando esce lo fa con un inseparabile bastone e sempre col sorriso sulle labbra.

La Squadra mobile di Novara ha finora individuato e indagato 30 persone, perché probabilmente responsabili di reati sessuali anche nei confronti di minori, oltre che di riduzione in schiavitù. Accuse molto gravi per il 77enne e per gli altri membri,  attualmente denunciati a piede libero.

“Lui ti lascia frequentare i luoghi fatati, altrimenti ti punisce” avrebbe detto Anna. Non ci sono ancora numeri certi ma le forze dell’ordine hanno individuato circa 50 prescelte,  le vittime, anche se il numero potrebbe aumentare.

I luoghi di reclutamento erano i più vari, dalla scuola di danza all’erboristeria, passando per le botteghe artigiane. C’erano anche alcune psicologhe coinvolte all’interno della setta, che da vittime si erano col tempo trasformate in carnefici indrottinando le nuove prescelte al mondo idealizzato da “Lui”.

Per entrare nella setta era necessario sottoporsi a pratiche “magiche”, spesso anche sessuali, “estreme e dolorose, vere e proprie torture” spiegano gli inquirenti. L’obiettivo, stando a quanto dicevano dalla setta, era di eliminare “l’io pensante e accendere il fuoco interiore”.

La testimonianza di Anna è stata fondamentale ma ci sono voluti due anni agli inquirenti per raccogliere abbastanza prove per smascherare questo sistema, definito “un’organizzazione criminale impenetrabile tuttora attiva”

Dopo Anna, altre due vittime hanno trovato il coraggio di denunciare la setta.

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