Sondaggi: Meloni e Salvini i più forti e Conte può ribaltare tutto

I nuovi sondaggi di Pagnoncelli delineano un quadro intricato nel quale la figura del premier Conte risulterà determinante. Dalle sue scelte può cambiare tutto.

Occorre fare subito una premessa. Di solito durante le emergenze, sanitarie o anche solo economiche, il consenso di chi sta al timone del Paese sale: era successo anche con Monti e Gentiloni.

Ma quando si va alle urne, tutto può essere ribaltato. I due ex capi di governo alle politiche non ottennero più del 5%.

Alla luce di questo, tutto ciò che emerge dai nuovi sondaggi commissionati dal Corriere, potrebbero lasciare il tempo che trovano: il vero banco di prova restano le urne.

Detto ciò, è un dato di fatto che l’emergenza sanitaria ha fatto registrare un significativo aumento di consenso per il presidente del Consiglio Conte. L’indice di gradimento per il suo operato è passato da 48 registrato nel mese di febbraio a 66 nel mese di aprile, nel pieno del lockdown, per poi assestarsi in questa settimana a 61.

La conseguenza di questo amore nei suoi confronti, pone per Conte una domanda più che legittima: e se scendesse in campo con un suo partito o con i 5 Stelle? Gli scenari sono tanti e intricati.

Se Conte scende in campo, ‘aiuta’ la Meloni

Nel nuovo sondaggio, dopo aver chiesto agli intervistati di dichiarare le loro intenzioni di voto, è stata poi verificata la volontà di votare sia per un nuovo soggetto politico fondato da Conte, sia per il M5S sotto la guida dell’attuale premier.
Sulla base di queste stime un eventuale partito di Conte oggi è accreditato del 14,1%, si collocherebbe al quarto posto dopo la Lega (23,2%), FdI (16,6%), Pd (15,8%), precedendo il M5S (12,7%).
I voti per la lista Conte arriverebbero in larga misura (62%) dal M5S, dal Pd e dalle altre liste del centrosinistra.
Riguardo alla possibile leadership del M5S, Conte prevale tra i pentastellati con il 42% delle preferenze, precedendo l’ex capo politico Di Maio (27%), quindi Di Battista (19%) e Crimi (2%).
Nella scelta secca tra Conte e Di Battista, il primo prevale in misura netta sul secondo sia sulla totalità della popolazione (43% a 13%) sia tra gli attuali elettori pentastellati (67% a 17%).
Dunque l’elettorato potenziale del M5s dal 19,8% attuale, con la guida di Conte, passerebbe al 29,9%, colmando il gap con la Lega e FdI che hanno un elettorato potenziale compreso tra il 25% e il 30%.
Se invece il premier fosse a capo del M5s, il Movimento farebbe segnare una crescita del 7,2% rispetto allo scenario attuale, passando dal 17,1% al 24,3%, scavalcando la Lega al primo posto.

Alla fine Giorgia Meloni dovrà fare il tifo per Giuseppe Conte. A giudicare dal clamoroso sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera, infatti, Fratelli d’Italia ha la concreta possibilità di diventare il secondo partito dietro solo alla Lega di Matteo Salvini.

Dipenderà tutto dalla volontà o meno el premier di fondare un proprio partito personale. Se così accadrà, infatti, la Lega resterà prima al 23.2%, ma alle sue spalle ecco FdI al 16,6% ad approfittare del drenaggio di voti che Conte effettuerà su Pd (al 15,8%) e Movimento 5 Stelle (12,7%). Per qualcuno, insomma, non tutto il male vien per nuocere.

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