Migranti, Sea Watch 3: Salvini firma il divieto d’ingresso

Matteo Salvini (Getty Images)

Salvini ha firmato il divieto d’ingresso alla Sea Watch 3, con a bordo 52 migranti, primo effetto del Nuovo Decreto Sicurezza

Il Decreto Sicurezza bis è stato approvato dal Consiglio dei Ministri martedì scorso e sebbene, per un problema tecnico, non sia stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, dispiega già i propri effetti: il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, il principale fautore della nuova versione del Decreto Sicurezza, ha firmato, infatti, una direttiva ad hoc, visto che per via della ritardata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il suddetto decreto non è ancora in vigore, che sancisce il divieto di ingresso, transito e sosta alla nave Sea Watch 3 nelle acque italiane così come previsto dal Nuovo Decreto Sicurezza. Ora il documento  sarà sottoposto alla firma dei Ministri ai Trasporti e alla Difesa. La nave della Ong tedesca, con a bordo 52 migranti salvati da un gommone in avaria, al momento è in stand by a 16 miglia da Lampedusa rifiutandosi di attraccare nel porto di Tripoli, come indicato dalle autorità libiche, in quanto “non sicuro”.

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Migranti, Sea Watch 3: Salvini firma il divieto d’ingresso. ” Non pensino di passarla liscia “

Non pago, il leader del Carroccio rincara la dose minacciando sanzioni contro la Sea Watch 3: ” Ciondolano nel Mediterraneo e giocano sulle pelle dei migranti, ma l’Italia non si fa dettare le regole dell’immigrazione da una Ong tedesca che usa una nave olandese fuorilegge. Non pensino di passarla liscia “. La Sea Watch 3, al contrario, sostiene che in un Paese in guerra, come la Libia, non esistono porti sicuri trovando in ciò una sponda nelle dichiarazioni di un portavoce della Commissione: ” Tutte le  navi con bandiera europea sono obbligate a rispettare il diritto internazionale e il diritto Sar in mare che comporta la necessità di portare delle persone in un posto o porto sicuro. E la Commissione ha sempre detto che queste condizioni non si ritrovano in Libia “. Insomma, il muro contro muro è destinato a prolungarsi in attesa che, come recita lo striscione esposto dalla Sea Watch 3, “open ports, open hearts“.

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