Conferenza stampa del Premier Conte alle 18.15

Caso Armando Siri, il premier Giuseppe Conte chiederà le dimissioni
Il Premier Giuseppe Conte (Getty Images)

Il Premier Conte ha convocato, ad un anno dal suo insediamento, una conferenza stampa a Palazzo Chigi per un bilancio del primo anno alla guida del Paese

Spirano sempre più venti di crisi di governo: la campagna elettorale è terminata e le elezioni europee hanno decretato il trionfo della Lega ed un forte ridimensionamento del M5S dopo l’emorragia di voti, quasi sei milioni in meno rispetto alle politiche di appena un anno fa; il combinato disposto degli antitetici esiti elettorali sta acuendo le frizioni e le contraddizioni all’interno dell’esecutivo gialloverde piuttosto che attenuarle. Prova ne è che il Premier Giuseppe Conte, ad un anno dal proprio insediamento, ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Chigi alle 18.15, in cui stilerà un bilancio del primo anno trascorso alla guida del Paese e darà anticipazioni dell’agenda governativa dei prossimi mesi. Nondimeno, secondo voci di corridoio, la conferenza sarà soprattutto l’occasione per il Premier di chiedere ai suoi due vice, Salvini e Di Maio, di ritrovare quell’armonia necessaria per continuare l’esperienza di governo ed avere così ampi margini di trattativa nel difficile negoziato con la Commissione Ue sui conti pubblici.

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Conferenza stampa del Premier Conte alle 18.15. Centinaio: ” Miracolo di Conte o c’è il voto “

Intanto, intervenuto alla trasmissione radiofonica “Circo Massimo”, il Ministro dell’Agricoltura, nonché autorevole esponente del Carroccio, Gian Marco Centinaio ha invocato un miracolo di Conte per far proseguire l’esecutivo: ” Auspico che il Presidente Conte faccia un miracolo. La campagna elettorale è finita e i toni si devono abbassare. Il Premier deve ricominciare a far parlare la politica, e soprattutto i due contraenti del contratto, di cose concrete “.  Da parte della Lega, ha aggiunto,  ” c’è la buona volontà ma se non  ci dovessero essere le condizioni, non vedo alternative alle elezioni. In Parlamento non ci sono numeri per governo con Berlusconi e Meloni, sennò l’avremmo già fatto “. Altro indizio, dopo la querelle Fico-Salvini sul significato da attribuire alla Festa della Repubblica, che nella Lega sta cominciando a farsi sempre più strada l’ipotesi della rottura dell’alleanza con i pentastellati ed andare così al voto anche per “monetizzare” il 34% raccolto alle recenti elezioni europee.

 

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