Salario minimo o Reddito di base: cosa funzionerebbe meglio in Italia?

In tanti si chiedono se in Italia è meglio il Reddito di base incondizionato oppure pensare seriamente ad introdurre il Salario minimo. Vediamo che cosa funzionerebbe meglio con il nostro sistema.

Sia avere un salario minimo che un reddito di base incondizionato possono consentire ad una persona di ottenere uno standard di vita socialmente accettabile. Negli ultimi decenni, sono emerse diverse iniziative per spingere le istituzione ad introdurre delle misure di sostegno in risposta all’inadeguatezza del reddito di molte famiglie e al divario economico che è cresciuto dietro la crisi economica e finanziaria.

Non è una novità che la ripresa del mercato del lavoro a livello globale stia in stallo o addirittura indietro. È questo quando affermato dall’ultimo rapporto dell’agenzia del lavoro delle Nazioni Unite, ILO, L’organizzazione ha incolpato il Covid e le altre crisi che si sono generate nell’ultimo periodo, come la guerra in Ucraina. Una situazione che ha aumentato le disuguaglianze all’interno e tra i paesi.

L’aumento dei prezzi del carburante e dei beni alimentari, i rincari delle bollette di luce e gas e le turbolenze finanziarie hanno destabilizzato il mercato del lavoro. L’impatto di questi problemi potrebbe essere devastante e tradursi in una dislocazione sociale e politica. Per questo motivo si sta parlando sempre con più insistenza di Salario minimo e Reddito di base, andiamo a vedere qual è meglio.

Salario minimo e Reddito di base a confronto: ecco qual è meglio per l’Italia

Nell’Unione Europea ci sono 21 Stati membri su 27 che hanno deciso di introdurre il salario minimo, ma l’Italia non figura tra questi. Nel nostro paese i salari dipendono dai contratti collettivi nazionali. Si tratta di una retribuzione base per i lavoratori che lavorano in diverse categorie ed è stabilita per legge. E quindi non può essere ridotta da alcuni accordi privati tra il lavoratore ed il datore di lavoro.

In poche parole, si tratta di una “soglia minima” che il datore di lavoro deve rispettare. In Italia, dove vige la contrattazione fra le parti sociali, da anni si discute sulla possibilità di introdurre questa normativa, dove ci sono state diverse proposte in merito. Ma per il momento non è ancora stata adottata, a differenza delle pensioni minime che sono già in vigore.

Per quanto riguarda il Reddito di base, si tratta di una misura che dovrebbe introdurre l’Unione Europe. Si tratta di una proposta di pagamento mensile fisso ad ogni cittadino. Il suo scopo è garantire a tutte le persone i mezzi per acquistare beni di prima necessità e migliorare la qualità della propria vita.

L’introduzione di redditi di base incondizionati si pone come un contributo con l’intento di combattere le diseguaglianze. In pratica è un’integrazione all’attuale Stato sociale e deve essere incondizionato, universale, individuale e sufficiente. Questi quattro criteri potrebbero appianare il divario sociale ed economico tra i cittadini.

Qual è meglio per l’Italia? È difficile dirlo, di sicuro un salario minimo aiuterebbe di gran lunga dipendenti alle prese con lavori poco retribuiti. E dovrebbe essere adeguato a garantire un tenore di vita dignitoso. Il redito di base dovrebbe essere un passo successivo che dovrebbe fornire a tutti un livello di reddito adeguato a soddisfare i bisogni di base.

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