Totò Cascio, il dramma della malattia: “Parlarne oggi è terapeutico”

Totò Cascio ha smesso di lavorare a causa di una malattia importante. Dopo un periodo difficile, parlarne per lui è stato terapeutico

Protagonista del celebre e immenso film di Tornatore Nuovo Cinema Paradiso, tutti si ricorderanno di Totò Cascio. All’epoca aveva solo 9 anni e la sua interpretazione stupì davvero tutti, arrivando ad ottenere prestigiosi premi come il British Academy of Film and Television Arts.

Totò Cascio
Fonte foto: Getty Images

Nel corso degli anni ha smesso di lavorare a causa di una grave malattia: la retinite pigmentosa. Inizialmente non accettava quella condizione, aveva paura di se stesso e degli altri. Dopo anni, ha iniziato a parlarne e per lui è stato come ritrovare la serenità. Una terapia.

Oggi Totò è protagonista del cortometraggio prodotto da Rai Cinema e Movimento Film per Fondazione Telethon, intitolato A occhi aperti. La regia è di Mauro Mancini. In questo film racconterà l’esperienza di vita dell’attore che da bambino prodigio ha poi dovuto affrontare la malattia, una rara forma di cecità ereditaria.

Scopriamo insieme che cosa comporta questa malattia e che cosa ha dovuto affrontare l’attore che all’età di 9 anni, interpretando il ruolo di Salvatore nel film Nuovo Cinema Paradiso ha commosso tutti tra pubblico e critica.

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Totò Cascio, malattia: che cos’è la retinite pigmentosa? La rinascita dell’attore

La retinite pigmentosa è una patologia che colpisce il tessuto retinico. È una malattia genetica. I sintomi includono emeralopia e la riduzione del campo visivo periferico. La retina riveste la parte interna dell’occhio e ha il compito di acquisire le immagini tramite i fotoricettori. La patologia consiste nella graduale perdita di questi ultimi e nella disfunzione dell’epitelio pigmentato.

Per Totò Cascio ci è voluto un lungo percorso di accettazione e di consapevolezza. Quando una patologia del genere colpisce una persona è inevitabile. All’inizio ha vissuto degli anni veramente difficili: si nascondeva, aveva paura di se stesso, non parlava coi giornalisti e aveva smesso di lavorare.

Una volta toccato il fondo, è poi incominciata la risalita. Ha compreso che non era la fine. Domandare aiuto è stato il primo passo per la rinascita. Così ha ripreso in mano la sua vita, pronto a fare il suo ritorno.

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Con Telethon e Rai Cinema ha trovato l’accordo per fare questo progetto che per lui è sensazionale. Come ha detto lui: “Chiedere aiuto non è un atto di debolezza, ma è la forma più nobile del coraggio”.

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