Guida in stato d’ebbrezza, si può contestare una multa? Ecco i casi da considerare

La guida in stato d’ebbrezza porta a delle sanzioni davvero pesanti. Ma gli esiti dell’alcooltest possono essere contestati. Ecco i casi.

Guida in stato d'ebbrezza (AdobeStock)
Guida in stato d’ebbrezza (AdobeStock)

La guida è uno dei momenti in cui prestare maggiore attenzione. Essere lucidi dovrebbe essere la priorità. Ma, sfortunatamente, non sempre questo accade. Bere e poi mettersi alla guida può rappresentare un guaio serio sia al guidatore sia agli altri. E, quando il soggetto è colto sul fatto, si inizia a giustificare perché si guidava in stato d’ebrezza.

Come riportato laleggepertutti, ci sono delle convinzioni completamente sbagliate. Ad esempio, quella di parlare di utilizzo del collutorio o medicine con all’interno alcool. La giustificazione sarebbe valida in caso di prove fornite, altrimenti cadrebbe nel vuoto. Un’altra è quella delle due misurazioni in cui nella seconda l’indice è più alto. Cosa normale perché, come si è dimostrato, la curva dell’alcool tende a salire e poi decrescere. Quindi, una misurazione fatta una dopo l’altra porta tale risultato.

In ultima analisi, non vale neanche sottolineare il mancato avvito al soggetto di poter avere un avvocato. Questo perché, come sostenuto dalla Cassazione, è necessario ci sia segnato nel verbale. Allora quando poter contestare una multa per guida in stato d’ebbrezza?

Guida in stato d’ebbrezza: ecco quando contestare una multa

Quando si viene colti sul fatto, la situazione diventa complessa. Ma ci sono dei casi in cui è possibile contestare gli esiti dell’alcoltest. Come riportato dal sito laleggepertutti, una prima contestazione può avvenire a seguito della mancata omologa del dispositivo. Il produttore dello stesso deve chiedere al Ministero dei Trasporti, l’omologazione. Come possiamo immaginare, l’omologa serve a certificare il funzionamento del dispositivo. Dopo la verifica ed esito positivo viene data l’omologa. Senza questa, la sanzione è considerata nulla. La cosa, però, non è automatica.

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Per far cadere la sanzione, prima bisogna impugnare il verbale e presentare un’istanza di accesso agli atti amministrativi. Quest’ultimo passaggio deve avvenire prima del deposito del ricorso. Il secondo punto è la mancata taratura. La regola arriva dalla Corte Costituzionale. Almeno una volta all’anno, gli strumenti devono essere sottoposti alla “taratura”. Senza questo passaggio, la multa può essere contestate. Non a caso, nel verbale deve essere riportata la data dell’ultima taratura. Così da dare la possibilità al soggetto di verificare se il controllo è avvenuto secondo il periodo di riferimento.

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