Marco Simoncelli, il dolore della MotoGP: quel retroscena mai raccontato

Il 23 ottobre 2011 è stato il giorno dell’incidente che ha spezzato la vita a Marco Simoncelli. A distanza di dieci anni esce fuori il retroscena mai rivelato prima. 

Marco Simoncelli (Getty Images)
Marco Simoncelli (Getty Images)

Era il 23 ottobre del 2011 quando il mondo dello sport si è fermato. L’incidente che è costato la vita a Marco Simoncelli al MotoGP a Sepang, in Malesia, ha lasciato senza fiato milioni di appassionati di tutto il mondo. Il 24enne di Cattolica, un ragazzo temerario pieno di energia, era una delle promesse più grandi del Motomondiale.

Un dolore atroce, soprattutto per i genitori Paolo e Rossella, per la sorella Martina e per la fidanzata Kate, che quel giorno era sugli spalti per tifare e sostenere il suo “Sic”, com’era chiamato il pilota italiano da coloro che gli volevano bene.

Come è morto Marco Simoncelli?

L’incidente di Simoncelli durante il Gran Premio della Malesia, sarebbe dovuto essere un’innocua caduta. Doveva scivolare all’esterno della pista, mentre i suoi colleghi sfilavano sull’asfalto. Ma qualcosa non è andato come doveva e quella “banale caduta” si è trasformata in un tragico incidente.

Il pilota, ad un certo punto, ha perso il controllo della moto all’uscita dalla curva 11 del circuito di Sepang. Invece di scivolare fuori pista è rimasto al centro. C’è chi ha avanzato l’ipotesi che l’errore fosse di Marco, perché non si è lasciato cadere. Chi, invece, ha sostenuto che la sua gamba destra era intrappolata e, quindi, non poteva spingere via la moto.

Fatto sta che Colin Edwards e Valentino Rossi, i piloti che erano appena dietro di lui, non poterono evitarlo. L’impatto è stato inevitabile. Edwards ha riportato una lussazione alla spalla sinistra quando è caduto dopo dell’impatto. Rossi, in qualche modo, è rimasto a bordo.

Simoncelli, invece, mentre scivolava lungo la pista, è stato colpito alla schiena e al collo con la forza dirompente delle due moto che viaggiavano a circa 80 miglia all’ora. Il 24enne è morto sul colpo per arresto cardiaco e per un trauma cranico, al collo e al torace.

La Fondazione e la squadra SIC58

Nonostante siano passati dieci anni, il ricordo per il pilota italiano è ancora vivo. Il merito è senza dubbio dei genitori, che hanno mantenuto accesa la memoria del figlio. Papà Paolo e mamma Rossella hanno, infatti, creato la Fondazione Marco Simoncelli. Ma non è tutto qui.

Nel 2013 è stato fondato il team SIC58 Squadra Corse. L’obiettivo di questa squadra è quella di lanciare i giovani piloti appassionati e talentuosi nel motociclismo. Un modo per tenere le persone legate a ciò che era Sic. La squadra italiana gareggia nel campionato Moto3 ed in MotoE.

Simoncelli, il retroscena di papà Paolo: “Quel giorno gli presi la mano…”

A distanza di dieci anni da qual maledetto giorno, papà Paolo che ha parlato spesso in questi anni – è tornato a parlare di Marco Simoncelli. L’uomo, che in questo tempo si è dato da fare per mantenere viva la memoria del figlio, ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Corriere della Sera”.

In tutti gli anni in cui Marco ha corso in giro per il mondo, Paolo Simoncelli non lo ha mai lasciato solo, accompagnandolo in ogni gara. Sempre presente, sempre a sostenerlo e incitarlo. C’era anche quel maledetto 23 ottobre 2011.

“Ricordo il momento in cui ho capito che non c’era nulla da fare – ha detto Paolo durante l’intervista – Entrai nella stanza e mi sedetti vicino a Marco – continua – Gli presi la mano, quella destra che poi rimase morbida per tutto il tempo”.

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Nell’intervista, Paolo ha detto che nonostante siano passati dieci anni, Marco è sempre presente nelle loro vite, dalla mattina alla sera. Un pensiero costante, quotidiano, che non andrà mai via.

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