Venerdì 17, perché porta sfortuna? Così è nata la superstizione

Quando in Italia arriva il venerdì 17, si parla dell’arrivo di eventi sfortunati. Qualcuno lo chiama addirittura “un giorno nero”. Scopriamo il motivo e le origini di questa credenza. 

Venerdì 17 porta sfortuna (AdobeStock)
Venerdì 17 porta sfortuna (AdobeStock)

La superstizione è profonda in moltissimi paesi, tra questi non poteva mancare l’Italia. Nella nostra cultura il 17 è considerato un numero sfortunato. Per questo motivo, quando il calendario segna venerdì 17, questo è fonte di stress per moltissime persone che sono profondamente superstiziose.

Questa credenza è tutta italiana. Infatti, questo giorno è considerato “sfortunato” solo ed esclusivamente nella nostra penisola. A differenza dei paesi anglosassoni, che temono eventi sventurati nella giornata di venerdì 13.

Perché Venerdì 17 porta sfortuna?

Il venerdì 17 è un giorno che mette in allerta moltissimi italiani. Se pensiamo alla smorfia napoletana, quel numero è definito come “la disgrazia”. Inoltre, i seguaci di Pitagora, considerano il diciassette imperfetto, a differenza dei numeri aritmeticamente più attraenti come 16 e 18.

Il giorno più sfortunato di tutti sarebbe un venerdì 17 novembre perché il 2 novembre è il giorno della memoria dei defunti in Italia. Questa festa è chiamata Ognissanti e segue direttamente il giorno di Ognissanti il ​​1 novembre. Quando venerdì 17 cade a novembre, è chiamato “il mese del defunto”.

L’origine romana

Alcuni credono che questa credenza risale all’antica Roma e ha origini militari. Addirittura si deve andare a ritrovo nel tempo, precisamente all’anno 9 d.C. I motivi risiedono nella battaglia di Teutoburgo, quando i romani persero le legioni 17, 18 e 19. Da quel momento, quei numeri, erano considerati sinonimo di sventura.

Tuttavia, la tradizione romana ha un’altra spiegazione per cui è stato scelto il diciassette come numero funesto. Sulle tombe dei militari morti in battaglia, si trovava la scritta VIXI, che in latino significava “ho vissuto”, che può essere compresa come “la mia vita è finita”. Questa scritta è l’anagramma del numero romano XVII, ovvero 17.

L’origine religiosa

Altri, invece, credono che le origini della sfortuna del venerdì 17 risalgono a questioni religiose. Nell’Antico Testamento della Bibbia si dice che il diluvio universale avvenne il 17 del secondo mese. Inoltre, il venerdì è considerato sfortunato perché “Venerdì Santo” è stato il giorno della morte di Gesù.

Il legame cristiano con venerdì 17 può essere ancora più profondo perché il 17 dicembre e il 17 febbraio sono stati dedicati come giorni di festa a importanti divinità romane. La chiesa li bollava come pagani e demonizzava le celebrazioni.

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Il venerdì 17 in Italia: tra superstizione e tradizione

Corni rossi (AdobeStock)
Corni rossi (AdobeStock)

Per molti italiani il venerdì 17 è considerato un motivo per restare a casa. Alcuni si prendono un giorno di ferie per evitare di uscire di casa. Altri non tengono riunioni importanti, non si sposano o non prendono decisioni importanti quel giorno.

Altri ancora portano in tasca o in borsa dei “cornetti rossi” o dei ferri di cavallo come porta fortuna. In alcuni quartieri di Napoli ci sono case in cui questi oggetti vengono appesi per scacciare le disavventure.

Ma la superstizione non colpisce solo gli individui, ma anche le imprese. E’ famosa la scelta della compagnia aerea italiana Alitalia, che il 14 ottobre chiuderà i battenti lasciando il posto alla nuova compagnia ITA, di non avere il posto n. 17 sui suoi mezzi.

Inoltre, la Renault ha venduto il suo modello “R17” in Italia come “R177” e alla pista di bob, slittino e skeleton a Cesana la curva n. 17 è etichettata come “Senza Nome”. Un po’ come moltissimi hotel anglosassoni non hanno il 13° piano.

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