Vittorio Colao, si occuperà lui della transizione digitale per Mario Draghi

Tra i tecnici Vittorio Colao è il meno nuovo. Ne avevamo sentito parlare qualche mese fa, prima che il suo piano fosse accantonato

La carta d’identità di Vittorio Colao: zero social, nessun partito

  • Nome: Vittorio Colao
  • Ministero: Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale
  • Partito: Indipendente – Tecnico
  • Data di nascita: 3 ottobre 1961
  • Luogo di nascita: Brescia
  • Età: 59 anni
  • Famiglia: Sposato, 2 figli
  • Professione: Dirigente d’azienda
  • Titolo di studi: Laurea in Economia
  • Account social: //

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Vittorio Colao, il CV: gli inizi e l’esperienza in Vodafone

Vittorio Colao nasce a Brescia il 3 ottobre 1961. Dopo aver svolto la leva militare come ufficiale dei Carabinieri, si laurea con lode, presso l’Università Bocconi, nel 1986. Per completare il percorso accademico si iscrive alla ancor più nota Harvard University, presso la quale consegue un master in Business Admistration.

La carriera di Vittorio Colao ha inizio nel momento in cui viene assunto dalla banca d’affari Morgan & Stanley di Londra. Inoltre, per dieci anni ricopre un ruolo importante presso la società di consulenza Mckinsey, presso gli uffici di Milano.

A soli 35 anni viene nominato direttore generale di Omnitel Italia, successivamente divenuta Vodafone. Dopo quattro anni Colao viene promosso ad amministratore delegato della Divisione Italiana di Vodafone; due anni dopo è CEO per tutta l’Europa meridionale. Nel 2004 lascia la Vodafone e nel 2006 sceglie di farci ritorno vestendo i panni di vice amministratore delegato per tutta l’area commerciale europea: è un ruolo di primissimo piano che gli conferisce una pole position per quando, solo due anni dopo, viene nominato amministratore delegato dell’intera società di telecomunicazioni.

Nel 2014 l’anno in cui riceve dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la nomina a Cavaliere del Lavoro. Nel 2020 viene nominato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a presiedere la task force di esperti incaricata di fornire le linee guida per la ricostruzione post – pandemia Coronavirus.

Governo Draghi, un ministero tutto nuovo: Vittorio Colao alla digitalizzazione

Il tema dello sviluppo digitale in questo paese è sempre al centro del dibattito pubblico. Lo sviluppo del territorio è infatti vincolato alla crescita del tessuto di digitalizzazione delle aree più periferiche. Anche la pubblica amministrazione, soprattutto dopo il Covid, si è dovuto confrontare con il 2.0. Un problema a cui è chiamato a rispondere Vittorio Colao.

La figura del Responsabile per la transizione al digitale (RTD) rappresenta sicuramente una delle novità più interessanti introdotte con gli interventi di modifica al Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) approvati nel corso della XVII legislatura, nell’ambito della più ampia riforma della Pubblica Amministrazione nota come Riforma Madia.

Colao, una vita privata molto segreta e molto ricca: famiglia e  patrimonio da capogiro

Della vita privata di Vittorio Colao non si sa sostanzialmente nulla. Anzi. Da quel che è possibile reperire, lui ha una moglie e due figli. Il tutto lontano da occhi indiscreti, poiché la famiglia è residente a Londra.

Certo è che Colao non si è avvicinato al mondo della politica per denaro, su questo ci sentiamo di garantire. Nei suoi anni in Vodafone è arrivato a portare a casa fino a 17 milioni. Accadeva nel 2011. Quando lasciò il colosso della telefonia, Repubblica stimò che a Colao erano stati riconosciuti 65milioni di sterline negli anni.

Numeri che vanno integrati con la doverosa valutazione: quando lasciò l’azienda aveva prodotto un incremento del 45% del valore delle azioni.

C’è da domandarsi, cosa ne pensi dei 15mila euro al mese che lo aspettano per sedere al fianco di Mario Draghi come ministro della Repubblica Italiana.

Il primo tentativo di Colao: la sua task force

Vittorio Colao ci aveva provato nel corso dello scorso anno, in occasione del primo lockdonw, ad entrare nel sistema paese. Ma non gli fu possibile. Produsse un documento dettagliato, che l’allora premier Conte prima presentò e poi liquidò.

Ne ha parlato più volte Colao di quella commissione, e di come non fosse mai stato messo nelle condizioni di poter incidere. Pare sempre fiducioso sul Recovery, ma non aveva lesinato stoccate al fiele al vecchio esecutivo. Sulle colonne de Il Foglio raccontò “Di sicuro – ha aggiunto l’ex ad di Vodafone -al di là di telefonate con i vari ministri, chiacchiere informali, non c’è stato un follow-up ufficiale tra la nostra commissione e il governo”. In quei mesi si parlava addirittura di commissariamento del Governo, gestito addirittura da Colao. Quindi i malpensanti avrebbero voluto il manager fuori perchè troppo ingombrante.

Frasi celebri e interventi futuristici: il tecnologo Colao

Colao è un soggetto che ha dedicato tutta la sua vita a lottare per lo sviluppo tecnologico. Nei suoi più appassionanti discorsi si ricordano visioni del futuro illuminate. Su tutte, ne citeremo qualcuno che possa dare proiezione del professionista di cui parliamo:

  • È ora di replicare nel mondo virtuale ciò che abbiamo creato per proteggerci nel mondo fisico, costituendo corpi di sicurezza digitali, come abbiamo creato negli anni polizie e servizi di sicurezza. Occorrono in Italia molte più competenze esperte, maggiori investimenti tecnologici, collegamenti con gli alleati europei. Paesi come il Regno Unito hanno oggi migliaia di specialisti in intelligence e security digitale e assumono annualmente centinaia di esperti informatici. Noi siamo un vascello volonteroso ma sottovelato nell’oceano digitale.

  • Vedo un enorme potenziale di idee che miglioreranno la vita delle persone.
  • L’anonimato rispetto a un’autorità legittima non è mai un valore. La privacy, come la libertà personale, ha un limite. Non è giusto proteggere il diritto alla riservatezza di criminali, terroristi o pedofili.
  • Vedo un periodo di transizione nel quale perderemo molti posti di lavoro ripetitivi, ma non solo, perché verranno anche eliminate funzioni aziendali intermedie, ci sarà un appiattimento dei livelli gestionali. Le aziende debbono subito fare molta formazione, riqualificare il personale. Ma si creeranno anche molti nuovi lavori nei Paesi che faciliteranno più imprenditorialità, più concorrenza e alleggeriranno la burocrazia.
  • Io sono contrario all’anonimato digitale. Rispettiamo lo stesso la privacy. Sulla Rete oggi si possono fare tutti i falsi account che si vogliono. Non si deve dare un documento come avviene per esempio per i contratti con gli operatori telefonici. Basterebbe estendere le regole della telefonia e il web sarebbe un posto migliore. L’utente che vuole prendersi uno pseudonimo può sempre farlo, ma sa che la sua identità è facilmente rintracciabile. E questo sarebbe già un deterrente efficace al bullismo e alla aggressività, oltre che per i bot illegali.
  • Il più grande effetto della rivoluzione digitale che stiamo vivendo è la condivisione di beni insieme all’utilizzo di servizi che prima erano solo appannaggio di pochi. Case, auto, pasti cucinati da altri… Basta questo per dire che stiamo meglio. A patto di darci delle regole, delle buone regole.
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