Covid e Mafia, criminalità nel coordinamento degli aiuti per la pandemia

Covid e Mafia: la Dda di Palermo è intervenuta su sedici persone accusate di associazione mafiosa. 

Avevano gestito gli aiuti per la pandemia. Secondo i documenti resi noti dalla Centrale dei Carabinieri di Palermo nel Capoluogo siculo si sarebbe creato un nuovo clan mafioso, quello dei quartieri Zen-Pallavicino affidato al capomafia palermitano Giuseppe Cusimano.

Secondo quanto riportato dalle forze dell’ordine, questa nuova cosa mafiosa si è dovuta imbattere in problemi di tipo amministrativo. Infatti all’interno del gruppo sono emersi, in tempi anche abbastanza celeri, dei problemi di eccessiva violenza. Un esempio è quanto accaduto a nel quartiere ZEN, quando due gruppi armati si sono sfidati “a duello”. Le due bande si sono affrontate, armi in pugno, in pieno giorno e in strada, sparando colpi di pistola che solo per un caso fortuito non hanno provocato la morte o ferito nessuno.

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Covid e Mafia, criminalità nel coordinamento degli aiuti per la pandemia. La spesa dei poveri

Il clan e il suo capo Cusimano, sono stati nel corso del lockdown punto di riferimento per i più poveri. La mafia di Cosa Nostra ha provato ad ergersi come vera garanzia durante tutto il periodo di crisi. All’attività di “distribuzione” dei beni, si alternava ovviamente l’attività che avrebbe portato nelle casse del Clan denaro liquido. I mafiosi avevano pianificato assalti a portavalori e distributori di benzina. Le operazioni si sarebbero svolte a mezzo di armi automatiche da assalto, capaci di aprire come scatolette i mezzi di trasporto.

Tra le immagini rese note dai carabinieri, anche alcune footgrafie dei protagonisti di questa storia a mare. Per evitare di essere intercettati i boss organizzavano i loro summit in mare, a bordo di un gommone. Emerge dall’ultima inchiesta della Dda di Palermo che ha portato al fermo di 16 tra capi, gregari e uomini del racket del “mandamento” mafioso di Tommaso Natale.

 

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