“Mi diceva di accarezzarlo, mi faceva schifo” Scandalo in Sicilia

La finta agenzia di modelle che nascondeva un giro imponente di prostituzione minorile. Ci sono altre agghiaccianti testimonianze.

Si presentavano come agenzia di moda, ma dietro l’annuncio c’era l’orrore. Almeno è quello che che sta trapelando dalla testimonianza di alcune minorenne e dalle indagini dei carabinieri. Emergono altri retroscena dall’inchiesta sul presunto giro di prostituzione minorile a Palermo.

Per il momento sono state cinque le ragazzine individuate, ma è quasi certo che le vittime del raggiro siano molte di più, come scrive PalermoToday. Sono già finiti in carcere due uomini: Francesco Pampa e Massimiliano Vicari. Dalle prime testimonianze raccolte, sembra avvenissero incontri a luci rosse anche a Monreale: rapporti di gruppo in un vecchio casolare, con un uomo “grande, che mi faceva schifo”, come ha raccontato la giovane che ha fatto scattare l’indagine.

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“Mi diceva di accarezzarlo, mi faceva schifo” Scandalo in Sicilia: le testimonianze agghiaccianti

La prima a denunciare è stata una giovane modella che all’epoca dei fatti aveva soltanto 15 anni.  “Lui non mi diceva esattamente che dovevo stare con qualcuno o con un suo amico, ma me lo faceva capire. Quando io avevo rapporti con Fra, lui mi pagava sempre, mentre quando andavamo con altri non ci hanno mai dato soldi tra le mani: era Fra che poi mi dava 50 euro. Quando noi finivamo e uscivamo dalla stanza, Fra entrava in quella stanza probabilmente prendeva i soldi perché poi entrava nella nostra stanza e ci dava i nostri soldi – continua la ragazza.

La ragazzina ha poi parlato delle orge a pagamento che si sarebbero consumate con un cinquantenne di Monreale. “Ricordo che in questa casa, vicino a Monreale, c’era molto freddo, avevamo una stufetta. Lui era grande. Cioè mi faceva schifo, una pancia gigante, troppi peli, una voce rauca, alto, denti bruttissimi, sporchi. Ma non so bene, io non li baciavo mai – ha raccontato – le regole erano che non mi dovevano toccare dietro, non li baciavo e non mi dovevano toccare la faccia”.

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