Togliete Tik Tok ai vostri figli! La bambina di 10 anni dona gli organi

Un altro black out challenge su Tik Tok e i responsabili di tali assurde prove non vengono mai individuati. Morte cerebrale per una bambina.

Tik Tok cambia le regole di impostazione per i minori ma cambia poco o nulla. I mostri che si nascondono nel mondo virtuale colpiscono ancora. Individuano bambini fragili e li costringono a prove estreme per dimostrare a chissà chi di essere coraggiosi. Sono giochi che uccidono. Una bambina di 10 anni, A. si è stretta una cintura intorno al collo: doveva dimostrare di poter resistere il più a lungo possibile.

Ma il suo cuore si è fermato per lunghi interminabili minuti e quando è arrivata all’ospedale, i medici hanno dichiarato la sua morte cerebrale. E’ stato il padre a trovare la piccola chiusa in bagno ormai soffocata dalla cintura. I genitori sono disperati e hanno deciso di donare gli organi della figlia. Perché una bambina di 10 anni deve morire in questo modo?

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Il mostro su Tik Tok ha ucciso ancora: il black out challenge e Jonathan Galindo

Si chiama black out challenge, è un gioco assurdo che che consiste in una sfida estrema in cui vince chi resiste più a lungo dopo essersi stretto una cintura attorno al collo, la bambina palermitana era un’affezionata dei social, e su Tik Tok ha trovato la morte. Qualche mese fa morì un altro bambino, a Napoli: si gettò dal balcone per raggiungere un fantomatico uomo nero, si era parlato di Jonathan Galindo, la maschera di Pippo deformata dietro la quale si nascondono i malati e i pervertiti dei social.

È da mesi che lanciamo l’allarme sui pericoli a cui sono esposti gli adolescenti, ma restiamo inascoltati“, spiega il professore di Psichiatria dell’università di Palermo Daniele La Barbera: “Il mondo virtuale aumenta in modo esponenziale i bisogni degli adolescenti come l’emulazione, la ricerca del rischio e la spettacolarizzazione“.

Sulla vicenda della bambina palermitana sono state aperte due inchieste. Una coordinata dal procuratore dei minori e l’altra dal procuratore aggiunto della Procura presso il Tribunale che coordina le indagini sui reati di cui restano vittime le fasce più deboli. Se fosse dimostrato davvero che la bambina ha partecipato alla challenge, potrebbe essere configurata l’ipotesi dell’istigazione al suicidio. Il telefonino di A. è stato sequestrato e sarà analizzato.

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