Lombardia zona rossa, il presidente Fontana: “Pronto ricorso al Tar”

Il governatore lombardo ha annunciato la proposta di ricorrere al Tar per il posizionamento in zona rossa della regione.

La Lombardia non accetta il posizionamento in zona rossa ed ancora una volta protesta come era già successo qualche settimana fa. Il Governatore Attilio Fontana, la scorsa settimana aveva annunciato che in caso di mancato ripensamento da parte del Governo avrebbe agito in maniera decisa, chiedendo il rientro della decisione dell’esecutivo. Oggi, tornato sul tema, Fontana ha confermato che la Lombardia non ci sta, e che oggi non meriterebbe questa situazione e l’obbligo delle chiusure, che stanno minando le certezze economiche della regione.

La regione, insomma non ci sta, non vuole essere considerata a rischio non vuole essere considerata in difficoltà, non vuole, insomma, il trattamento insomma riservato a tutte le regioni d’Italia. Quindi fa da se e rifiuta il posizionamento in zona rossa, nonostante i casi, nonostante le difficoltà, nonostante i disagi subiti dalla stessa giunta regionale, incapace, spesso di gestire al meglio l’emergenza nell’interesse di tutti i cittadini.

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Lombardia zona rossa, il presidente Fontana: contro i criteri di classificazione

“E’stata fatta una richiesta di sospensione della zona rossa – spiega Fontana – a cui non è stata data risposta dal Governo. Mi rendo conto che adesso la situazione è complicata. Ma nel caso in cui il Governo dovesse darci una risposta, siamo pronti a cambiare idea sul ricorso. Si impugna il Dpcm del 14 gennaio nella parte che riguarda i criteri per la classificazione delle zone perché si fa riferimento a scenari e rischi e non all’incidenza. L’Rt è un parametro strutturalmente in ritardo – spiega Fontana – nel caso specifico, infatti, l’Rt si riferisce alla settimana dal 23 al 30 dicembre, mentre l’incidenza è un indicatore molto più aggiornato”.

Pensiamo che il Governo debba dare maggior peso al parametro dell’incidenza – conclude – e crediamo che le nostre richieste, supportate da tutte le Regioni e dall’Iss, avrebbero dovuto essere prese in considerazione o quanto meno guardate in modo diverso”.

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