A Milano continuano i party privati: il caso Genovese non insegna

Party privati in ville lussuose, alberghi sfarzosi o club aperti illegalmente in una Milano che non teme il Covid.

“Il Covid non ha fermato proprio niente, figuriamoci il caso Genovese”. Queste le parole provocatorie di un imprenditore milanese che racconta una città che non si preoccupa della pandemia.

A Milano infatti la movida continua imperterrita, con party privati abusivi che vedono ammassate decine di persone senza mascherina, in barba al distanziamento sociale.

Dopotutto “the show must go on”, contando anche il periodo delle festività natalizie che diciamolo, mette allegria… ma non è certamente una scusante sufficiente!

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A Milano continuano i party privati: il caso Genovese non insegna

Prosegue l’imprenditore nel suo racconto: “Se ne fanno praticamente ogni sera ma per lo più da venerdì a domenica. La gente entra alle 10 di sera ed esce alle 5. Nessuno si fa problemi, tutti vogliono divertirsi. Bisogna solo scegliere il posto giusto per evitare i fastidi con i vicini e con la polizia. Genovese insegna”.

Si fanno già paragoni azzardati… paragoni, essendo sinceri, anche pericolosi! Si parla del caso Genovese come simbolo della movida che non muore, che prosegue imperterrita. Eppure tutti sanno Genovese che fine abbia fatto, proprio per quella mania di onnipotenza, quella sindrome da “party hard” incontrollabile.

Quel Genovese che non si faceva mai beccare dai vicini per i mega party che organizzava, ma che alla fine ha pagato i suoi abusi sessuali finendo in carcere.

“I party di Genovese li conoscevano tutti e si sapeva cosa girava. Ma come lui ci saranno almeno 15 persone a Milano che hanno lo stesso tenore di vita e organizzano eventi di altissimo livello. Figli di papà, discendenti di grandi blasoni e nuovi ricchi, come Genovese appunto”

Il Covid dunque ha spezzato tante vite a Milano, ma per loro meglio fare festa e non curarsene! La triste realtà.

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