Sfregio alla memoria di Paolo Rossi: ladri in casa durante le esequie

Alcuni ignoti sono penetrati nella villa di Bucine, in Toscana, mentre la famiglia era ai funerali a Vicenza. Spariti i gioielli, non i ricordi sportivi.

Maria Vittoria e Sofia Elena

Un momento di ricordo e commozione, l’ultimo saluto di un Paese intero, grato per il regalo ricevuto quel 5 luglio del 1982. I funerali di Paolo Rossi hanno stretto l’Italia intera in un ideale abbraccio, quasi impossibile in un periodo di pandemia, quanto più possibile simile a quello che ci scambiammo dopo il triplice fischio di Italia-Germania. Ma il ricordo di Pablito e del valore delle sue imprese sportive non sembrano aver scalfito tutti gli animi.

Una bruttissima sorpresa ha atteso la moglie di Paolo, Federica, al rientro da Vicenza nella sua casa di Bucine, in Toscana. Al rientro, infatti, la donna ha trovato la sua abitazione a soqquadro e alcuni oggetti scomparsi. Fra questi un orologio di Rossi. Dopo lo sconcerto, la telefonata alle Forze dell’ordine, che hanno effettuato i primi rilevamenti nella villa e ora svolgeranno delle indagini.

LEGGI ANCHE >>> Paolo Rossi: | data funerale | che malattia aveva | chi sono i 3 figli

LEGGI ANCHE >>> Paolo Rossi, tutto è iniziato da quel dolore alla schiena: il male che l’ha portato via

Sfregio alla memoria di Paolo Rossi: ladri in casa durante le esequie, rubati gioielli e un orologio

Una ferita nella tragedia. Al dolore per la perdita del marito e padre delle sue figlie, per la signora Rossi arriva anche lo sfregio del proprio domicilio violato. Senza nessun rimorso a quanto sembra, approfittando dell’assenza della famiglia per partecipare alle esequie dell’eroe del Mundial 82. A sparire dall’abitazione, sarebbero stati soprattutto i gioielli e non i ricordi della carriera di Paolo Rossi. Almeno quelli rimasti inviolati da chi, senza scrupoli, ha ritenuto opportuno mettere a segno il colpo durante le esequie a Vicenza.

Il tutto mentre la famiglia di Pablito, i suoi compagni di squadra e l’Italia intera si commuoveva, ricordava, celebrava il campione e l’impresa sportiva con la quale contribuì a riunificare il Paese dopo gli anni difficili del terrorismo. Appena un paio d’anni erano trascorsi dalla strage di Bologna, così come dalla devastazione del terremoto dell’Irpinia. Un’Italia ferita che attraverso il calcio si riscoprì capace di abbracciarsi ancora. Per qualcosa di bello, per festeggiare. Un messaggio che non tutti sembrano aver compreso.

Impostazioni privacy