Bottiglie milionarie ma il vino è contraffatto: scatta il blitz

I Nas accusano nove persone di associazione a delinquere e riciclaggio, sequestrate 15 mila bottiglie. I proventi illeciti ammonterebbero a quasi un milione di euro.

Che il vino sia un’eccellenza italiana, per coloro a cui piace questa parola, è fuor di dubbio. Il brutto è quando qualcuno sfrutta i marchi nostrani per il proprio interesse, dando vita a quella che, di fatto, è una truffa in piena regola. I carabinieri del Nas, in collaborazione con i Finanzieri del Comando Provinciale di Asti e militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Cuneo, hanno assestato un colpo da k.o. a un gruppo di nove persone, accusate di aver contraffatto vini italiani rivendendole a prezzi esorbitanti.

Le accuse in realtà sono varie. E tutte gravissime: associazione a delinquere, riciclaggio, auto riciclaggio, contraffazione di pubblici sigilli, frode nell’esercizio del commercio di bevande, contraffazioni di indicazioni geografiche o denominazioni di origine alimentare, utilizzo/emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione e distruzione di scritture contabili.

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Bottiglie milionarie ma il vino è contraffatto: 9 misure cautelari

Un fascicolo impressionante, che comprende addirittura 54 mila bottiglie, per un’attività illecita andata avanti perlomeno dal 2016. Le Forze dell’ordine hanno effettuato ventuno perquisizioni personali e domiciliari, per la maggior parte in Piemonte (quattro province). Altre sono state effettuate nelle province di Genova, Treviso, Pesaro, Urbino, Milano, Roma e Brindisi. L’attività dell’associazione a delinquere, tuttavia, si sarebbe concentrata principalmente nella zona di Asti.

In tutto, i militari hanno disposto il sequestro di 15.000 bottiglie di vino contraffatto, 10.600 etichette singole, 8393 contrassegni di stato per vini a DOC e DOCG, 165.320 capsule di chiusura per bottiglie con marchi o loghi aziende vitivinicole. A questo, si aggiungono oltre 200 chili di sostanze vietate in uso enologico, soprattutto aromi, sciroppi e coloranti. I proventi illeciti ottenuti dallo smercio, ammonterebbero a quasi un milione di euro (932 mila per l’esattezza). Oggetto dei contraffattori, numerosi e noti marchi italiani come Gaja, Antinori, Ornellaia e Masseto. Sassicaia, Tignanello, Sito Moresco, Amarone della Valpolicella e Ripasso.

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