Prete rifiuta comunione a ragazzo gay: eppure “Siamo tutti figli di Dio”

Una parrocchia rifiuta la comunione ad un ragazzo perché gay, i genitori si allontanano dalla Chiesa e fondano un’associazione.

“Siamo tutti figli di Dio” è lo slogan creato da una famiglia discriminata dalla Chiesa perché hanno un figlio gay al quale hanno negato la Comunione. Siamo tutti figli di Dio dovrebbe essere sacrosanto e lo stesso Papa Bergoglio vuole ‘riabilitare’ i diversi, che poi diversi non sono, ma semplicemente amano in un altro modo. Quando una parrocchia di Mestre decise di non dare la comunione a Francesco, i genitori, cattolici praticanti, presero una decisione drastica: “Non avemmo dubbi: ci allontanammo dalla Chiesa”, racconta il padre Roberto, ricordando l’episodio avvenuto più di 20 anni fa.

La lunga sofferenza, quella Chiesa che li aveva traditi, poi la mamma di Francesco ha un’idea: fondare un gruppo di genitori cattolici per l’accettazione dei figli Lgbt.

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Prete rifiuta comunione a ragazzo gay: l’associazione voluta da mamma e papà

Tutto ebbe inizio ad un convegno organizzato da tre sacerdoti che accolgono i giovani respinti dalla Chiesa, da tutta Italia, e persino respinti dalle stesse famiglie, perché a dir loro sono ‘diversi’. I genitori di Francesco scoprono che ci sono altri madri e padri emarginati dalla vita della Chiesa. Fondano allora l’associazione “Siamo tutti figli di Dio”. “Usiamo il termine omoaffettivi – spiega Roberto a Il Gazzettino – perché questi ragazzi nascono così, con un’affettività diversa e se il Signore li ha creati in questo modo perché dobbiamo discriminarli?”.

L’associazione ha una missione ben precisa: offrire sostegno e accoglienza a chi si sente rifiutato, sono riusciti a farsi ricevere dal Papa, dal patriarca di Venezia e dal vescovo di Treviso. Sembra che la Chiesa voglia fare un passo avanti e a proteggere ogni figlio di Dio. “Questi ragazzi non sono sbagliati, anzi, mostrano intelligenza e sensibilità straordinarie e se sono venuti al mondo così, significa che Dio così li ha voluti”.

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