Ponte Morandi, qualcuno pagherà per il crollo: arresti eccellenti in Autostrade

Il crollo del Ponte Morandi di Genova inizia ad avere i primi colpevoli. Arresti eccellenti tra ex ed attuali dirigenti di Autostrade. 

Da oggi l’ex braccio destro dei Benetton, Giovanni Castellucci, è agli arresti domiciliari: lui e altri dirigentin ed ex, sarebbero coinvolti nelle responsabilità intornoal crollo delPonte Morandi a Genova. Dove non è arrivata la politica, ci ha pensato la Magistratura. Dopola tragedia del 14 agosto del 2018 che causò la morte di 43 persone, i politici avevano promesso punizioni esemplari per i responsabili, ma non se ne era fatto nulla: troppi giochi di potere, troppi conflitti di interesse.

Ma non per i giudici e per le Fiamme Gialle che hanno arrestato l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci di Autostrade per l’Italia. Ai domiciliari anche il direttore delle operazioni Paolo Berti e Michele Donferri Mirella, mentre per Stefano Marigliani, Paolo Strazzullo e Massimo Miliani sono scattate misure interdittive. Le accuse ipotizzate sono quelle di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.

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Ponte Morandi, qualcuno pagherà per il crollo: 43 morti, 566 sfollati

L’indagine sulla strage di Genova, come scrive il sito Paragone.it, è stata avviata un anno fa a seguito dell’analisi della documentazione informatica e cartacea acquisita nell’inchiesta principale legata al crollo ed  è relativa alle criticità, in termini di sicurezza, delle barriere fonoassorbenti del tipo integrate modello ‘Integautos’ installate sulla rete autostradale.

Secondole indagini della Guardia di Finanza, i manager erano perfettamente consapevoli del potenziale pericolo ma non hanno fatto nulla per evitare il peggio. Per l’ancoraggio a terra sarebbero inoltre stati utilizzati materiali non conformi alle certificazioni europee, aumentando così ulteriormente i rischi.

I dirigenti, inoltre, avrebbero commesso una frode nei confronti dello Stato per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico, come previsto dalla Convenzione tra Autostrade e il governo.

Infine il paradosso, e l’offesa ai parenti delle vittime: l’esecutivo prometteva guerra ai Benetton minacciando la revoca delle concessioni dopo il crollo del Ponte Morandi, eppure oggi lo stesso tratto del Ponte è ancora saldamente in mano agli imprenditori veneti.

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