Gigi Proietti, chi era: moglie, figli, carriera, Mandrake, Rocca

Ci ha lasciati il grande attore Gigi Proietti, oggi 2 novembre avrebbe compiuto 80 anni. La sua grande storia, i suoi amori.

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Gigi Proietti, all’anagrafe Luigi Proietti, era un attorecomicocabarettista, doppiatore, conduttore televisivo, registacantante, poeta e scrittore. I suoi esordi a teatro, un teatro che non ha mai lasciato, mai ha smesso di amarlo, fino all’ultimo.

Era nato a Roma il 2 novembre 1940 ed era figlio di Romano e della casalinga Giovanna e ha una sorella maggiore. Di lui raccontano fosse un bambino molto vivace e che spesso rubava qualche spicciolo dalle tasche della giacca del padre.

Gigi Proietti, un amore infinito per il teatro: la carriera

gigi proietti, il teatro e la famiglia i suoi amori più grandi

Gigi Proietti da piccolo giocava a ping-pong e a baseball e frequentava l’oratorio della sua borgata, il Tufello. Frequentò il liceo classico, grazie al quale si appassiona molto alla lingua latina. Dopo il diploma si iscrive alla facoltà di giurisprudenza ma non finirà mai l’università.

Gigi Proietti debutta a teatro nel 1963 con lo spettacolo Il Can Can degli italiani, diretto dal suo insegnante di teatro Giancarlo Cobelli aveva 23 anni. Nei dieci anni successivi ottine più ruoli in numerose opere teatrali e cinematografiche. Alcuni tra i titoli più importanti ai quali ha contribuito sono Le piacevoli notti, L’urlo, Il circolo Pickwick, Alleluja brava gente e Brancaleone alle crociate. Inizia anche la carriera da doppiatore e il primo personaggio sul quale lavora è il gatto Silvestro dei cartoni animati.

Nel 1974 è protagonista del programma Sabato sera dalle nove alle dieci. Il 1976 è l’anno della vera e propria consacrazione di Gigi Proietti. Prima scrive e mette in scena uno spettacolo tutto suo, dal titolo A me gli occhi, please che ottiene un grande successo poi partecipa al film di culto Febbre da cavallo, nel quale interpreta lo scommettitore Mandrake, uno dei suoi ruoli più celebri. Nello stesso anno doppia anche un altro personaggio di culto del cinema: Rocky.

Nel 1978 assume la direzione del Teatro Brancaccio di Roma dove fonda il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per giovani attori, è il maestro di nomi come Enrico BirgnanoGiorgio TirabassiFrancesca ReggianiGabriele Cirilli e molti altri.

Nel 1992 è il protagonista della serie tv Un figlio a metà e presta la voce al Genio della lampada nel film Disney Aladin. Nel 1996 il trionfo nella fiction con Il maresciallo Rocca. La serie andrà avanti per cinque stagioni fino al 2005, e si concluderà con una miniserie di due puntate dal titolo Il maresciallo Rocca e l’amico d’infanzia.

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Gigi Proietti, un amore infinito per il teatro: la vita privata

Gigi Proietti non ha mai amato parlare troppo della sua vita privata, dal 1967 è il compagno di un’ex guida turistica svedese, Sagitta Alter, dalla quale ha avuto due figlie: Susanna e Carlotta. Politicamente si dichiara vicino al centro-sinistra, pur mantenendo indipendenza dai partiti. Il 30 settembre 2013 ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Viterbo.

Gigi Proietti, un amore infinito per il teatro: il cinema e la poesia

gigi proietti e le figlie susanna e carlotta

Gigi Proietti nel 2002 torna al cinema con il sequel del film che l’aveva reso celebre, Febbre da cavallo – La Mandrakata, diretto da Carlo Vanzina. Nel 2003 da un’idea di Proietti nasce a Roma il Silvano Toti Globe Theatre, la prima opera ad andare in scena Romeo e Giulietta. In questi anni sono molte le collaborazioni con i fratelli registi Vanzina, partecipa infatti ai film Un’estate al mareUn’estate ai Caraibi e La vita è una cosa meravigliosa.

Si cimenta anche nella poesia, seguendo l’esempio del Belli, di Trilussa e dello stesso Petrolini, componendo diversi sonetti pubblicati negli anni 1990 in una rubrica del quotidiano romano Il Messaggero. Compare in diversi spot pubblicitari e partecipa al Festival di Sanremo del 1995, insieme a Peppino di Capri e Stefano Palatresi, con il nome di Trio Melody, con il brano Ma che ne sai… (…se non hai fatto il piano bar). Nel 2003 recita l’elogio funebre, in romanesco e in versi, per le esequie di Alberto Sordi.

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