Il presidente della Fondazione, sul Covid: “Non possiamo arrivare a 500 morti al giorno”

Il presidente della Fondazione Gimbe avverte, l’Italia è ancora in tempo per evitare un lockdown ed arrivare a 500 morti al giorno.

Il presidente della Fondazione, sul Covid: "Non possiamo arrivare a 500 morti al giorno"
Fonte foto: (Pixabay)

“C’è ancora tempo per evitare il lockdown generalizzato, però se aspettiamo di avere 40mila contagi al giorno, arriveremo a 500 morti al giorno“. Spiega così la situazione, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, società che diffonde informazioni e ricerca sulla sanità italiana.

Secondo Cartabellotta: “Se noi vogliamo prevenire dei numeri tra due settimane dobbiamo intervenire oggi. Occorrerebbero chiusure locali. – E continua – Già dai primi di settembre sosteniamo che bisogna agire con chiusure localizzate anche drastiche a livello di singoli comuni e province”.

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Chiusure di ristoranti e luoghi di cultura sarebbero necessari

In Italia il Covid fa di nuovo paura. I numeri sono di nuovo alti e c’è chi vive come un dramma, anche il solo fatto di doversi mettere in autoisolamento. Un tredicenne di Perugia ad esempio, ha dormito per diverse notti in auto per non contagiare la famiglia, visto che la casa era troppo piccola.

Ma ci sono nuovi sintomatici, di nuovo ospedali a rischio collasso ed anche decessi. Così, il presidente della Fondazione spiega anche perché è necessaria la chiusura di luoghi come ristoranti, cinema, palestre e teatri: “Stando ai dati che vengono dalla letteratura scientifica e che si riferiscono ai mesi di marzo-aprile, uno degli interventi necessari è il divieto di eventi e assembramenti di oltre 10 persone, – Spiega – questo permette di avere degli effetti di riduzione della diffusione del contagio più efficaci e rapidi. Poi ci sono tutti gli altri interventi di chiusura, fino ad arrivare al lockdown totale“.

Il primo passo sarebbe quello, quindi, di far incontrare quanto meno possibile le persone, secondo il presidente di Gimbe, ma: “Queste cose andrebbero spiegate alla popolazione in maniera molto chiara, perchè altrimenti non si capisce perchè si prendono delle determinate misure e si pensa che alcuni interventi siano un accanimento verso determinate attività”.

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