Chiama la polizia “mi ha stuprata, sta tornando!” L’agente non le crede: uccisa

Una quindicenne chiama la polizia, le dicono che ci sono chiamate più importanti: è stata poi trovata carbonizzata.

Caso Alexandra Macesanu: la polizia non può rispondere, lei viene rapita

Alexandra MacesanuIl giorno 24 luglio 2019, una ragazza di 15 anni, Alexandra Macesanu, accettò il passaggio di uno sconosciuto, che, suo malgrado, non aveva buone intenzioni. Segregata a casa dell’uomo, la ragazza però riuscì a trovare un telefono per lanciare l’allarme.

Purtroppo però, l’agente di polizia che le rispose, compì un madornale errore: prese la chiamata di Alexandra con leggerezza ed addirittura prima di riagganciare le ricordò che la polizia deve rispondere anche ad altre chiamate. Nessuno ha mai sentito più la ragazza. E’ stata poi trovata carbonizzata in un bosco.

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Lei aveva segnalato anche l’indirizzo, ma nessuno è andato a salvarla

È passato più di un anno, da quando nessuno vede più la quindicenne, ma ora che i dialoghi tra la ragazza e l’operatore sono pubblici, questi stanno facendo il giro del web e non solo in Romania, dove è accaduta la vicenda. La ragazza commise senz’altro un’ingenutià, ma fu altrettanto lucida, appena l’uomo si assentò dall’appartamento dove l’aveva condotta, da trovare un telefono, chiamare la polizia e riuscire a dire dove potesse essere.

L’operatore, non ha messo nei guai solo se stesso, ma l’intera giunta del Governo. La chiamata della quindicenne, fu classificata come ordinaria richiesta di assistenza e non come allarme prioritario, già questo, ha dell’incredibile. Appena riuscì a parlare con la polizia, la ragazza disse di non sapere dove si trovasse, ma di essere in pericolo. Di tutta risposta, l’operatore disse: “Beh, come diavolo facciamo a trovarti? Devi dirmi di più”.

Allora Alexandra trovò un bigliettino da visita, riuscendo a dire dove si trovasse ed il nome dello sconosciuto, aggiungendo: “Fate presto! Mi ha picchiata, mi ha stuprata, sta tornando! Ho paura che ritorni!“. Ma ancora una volta, la risposta non fu soddisfacente: “Ora calmati, ci sono anche altre chiamate. Non muoverti da li e aspetta, non è che gli agenti possono volare, servirà tempo”. Si scoprì poi che l’indirizzo trovato da Alexandra, apparteneva ad un complesso di abitazioni di Gheorge Dinca, sessantacinquenne già collegato ad indagini per l’uccisione di due giovani.

Alexandra, potrebbe ancora essere viva, visto che effettivamente non è mai stata ritrovata, ma purtroppo potrebbe esser finita in un giro di prostituzione. Nel Paese in cui vive è molto facile venir rapite, per essere poi rivendute ad uomini che effettuano sfruttamento minorile. Oggi, si spera ancora, peccato che la giovane non abbia probabilmente mai avuto l’opportunità di scappare da quella casa, come è accaduto settimana scorsa ad un’italiana che, segregata, è scappata dal terrazzo.

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