Finisce nel canale con la sua auto: Elena muore come nel peggiore degli incubi

Muore come nel peggiore degli incubi: finisce in un canale con la sua auto e non riesce ad uscire, è rimasta incastrata. Addio Elena.

elena carlini

Elena secondo chi sta indagando sul suo drammatico incidente, sarebbe morta come nel peggiore degli incubi: incastrata nell’abitacolo della sua auto, sott’acqua. Forse non sarà effettuata nemmeno l’autopsia sul corpo della 21enne perché la dinamica, alla Polizia locale, è già abbastanza chiara.

Elena Carlini è morta asfissiata e non è riuscita a trovare la salvezza contro la potenza devastante della pressione causata dall’acqua sulla sua macchina. Probabilmente non è riuscita ad aprire le portiere e i finestrini. Oppure era svenuta ancora prima di provarci.

La comunità di  Jolanda di Savoia, in provincia di Ferrara, ancora non si capacita della tragica scomparsa della giovanissima Elena, la sua auto è finita nel canale che costeggia via Ponte Rigo, la strada di campagna che collega via Pomposa al paese di Quartesana.

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Finisce nel canale con la sua auto: i messaggi di cordoglio

A dare l’allarme, secondo quanto ricostruito dai quotidiani della zona, è stato uno studente che intorno alle 7.30 stava andando a scuola in bicicletta: ha visto la 500 rossa della ragazza rovesciata nel canale e ha chiesto aiuto a un altro passante che ha chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i vigili del fuoco e gli agenti della polizia locale ma per Elena, purtroppo, non c’era più nulla da fare.

Sono tanti i messaggi di cordoglio e vicinanza ai famigliari che hanno riempito il profilo Facebook della ragazza. Un’amica:  “Mi si spezza il cuore. Ha lasciato solo ricordi positivi. Facevamo volontariato insieme: sì, perché Elena aveva un cuore d’oro. Era simpatica, timida, molto educata, sempre sorridente e sempre pronta ad aiutare. Era sempre una gioia stare vicino a lei. Ricordo quando andavamo a vendere i calendari porta a porta. Ridevamo come matte, perché andavamo su e giù per le scale dei condomini e arrivavamo in cima stremate, ma con le lacrime agli occhi da quanto ci divertivamo”.

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