Risse, armi e tatuaggi: ecco chi sono gli assassini di Colleferro

In quattro, per ammazzare di botte un pacifico ventunenne, dopo sono andati a bere una birra: ecco chi sono gli assassini di Colleferro.

 

Willy Monteiro Duarte, aveva soltanto 21 anni, tutti ne parlano come un ragazzo solare, pacifico ed amico di tutti. La scorsa notte, ha avuto soltanto una “colpa”, ha provato a sedare una rissa. Preso a calci a pugni da quattro balordi, Willy è morto.

È successo a Colleferro, in provincia di Roma. I quattro energumeni che hanno pesantemente malmenato il ragazzo, dopo sono andati tranquillamente a bere una birra, forse anche orgogliosi della loro azione. Dal web, i tanti indignati che seguono questa vicenda, hanno scoperto gli eccessi ed il modo di vivere, dei quattro pestatori.

Alchool, palestra ed amore per le armi: chi sono gli uccisori di Willy

Fonte foto: (Web)

Adesso in carcere a Rebibbia, in regime di isolamento, i quattro sono ora accusati di “Omicidio preterintenzionale in concorso”. Mario Pincarelli, 22 anni, Francesco Belleggia, 21 anni, ed i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, 26 e 24 anni, sono stati arrestati domenica mattina con l’accusa di aver ucciso a calci e pugni il giovane di origini capoverdiane.

Minacce ed indignazione sul web, per i quattro ragazzi che fino a domenica scorsa si sentivano fieri e sicuri per le strade delle province romane, facendosi chiamare “La banda di Artena”, dal paesino in cui vivevano. Le foto sui loro profili social, evidenziano la passione per le armi, la palestra, ma non gli altri reati di cui si erano già macchiati. Precedenti per spaccio di droga, i quattro erano già noti alle forze dell’ordine, sembra che proprio loro quattro abbiano anche aggredito un addetto alla sicurezza dell’outlet di Valmontone pochi mesi fa, ed attaccato un vigile urbano che tentava di far rispettare loro le misure anti-Covid.

Si sentivano forti muovendosi in branco ed avvezzi a compiere violenze di ogni tipo, dopo aver pestato il povero Willy se ne sono andati comodamente al bar. Proprio al “Nai Bistrot”, sono stati trovati e fermati mentre sorseggiavano le loro birre come se non avessero fatto niente di grave. Ad uccidere il ventunenne, residente a Paliano, in provincia di Frosinone, sembra sia stato un calcio alla testa. I suoi assassini, erano tra l’altro, praticanti delle arti marziali chiamate MMA, oltre che ossessionati da frasi come quella che uno di loro, Gabriele, ha tatuato sulla pancia: “Proteggi la famiglia”.

Wiily invece era un semplice aiuto cuoco all’Hotel degli Amici di Artena ed un grande appassionato di calcio. Tifoso della Roma, sognava un giorno di giocare all’Olimpico. Sogni diversi dai suoi feroci assassini, uno di loro pochi giorni fa scriveva sui social a proprosito dell’MMA: “Ogni volta che entri in gabbia è un’emozione diversa, ma il pensiero della vittoria è sempre lo stesso”.

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