Viviana Parisi, i genitori: “quel cadavere non è di nostra figlia” spunta il testimone

Quindicesimo giorno di ricerche per il piccolo Gioele, spunta finalmente un testimone presente il giorno dell’incidente e della scomparsa di Viviana Parisi.

I genitori di Viviana Parisi non riescono e non vogliono capacitarsi. Prima si sono aggrappati ad una sensitiva per trovare il nipotino Gioele, ora chiedono agli investigatori di potere visionare le foto del cadavere ritrovato sotto il traliccio nei boschi di Caronia.

Non sono convinti che sia il corpo di Viviana. A ricostruire l’incontro con il procuratore è l’avvocato Pietro Venuti. «I genitori – ha detto il penalista – avevano dei dubbi addirittura sul fatto che si potesse trattare di Viviana e volevano visionare delle foto del cadavere.

Gli è stato spiegato che, dai riscontri, in particolare la fede e i vestiti, erano sicuri si trattasse di Viviana e che non era il caso e non era possibile visionare le foto. Tuttavia hanno permesso ai genitori di fare delle ricerche autonomamente».

Viviana Parisi, spunta finalmente il testimone: “Gioele era vivo”

Dopo l’incidente stradale «Gioele era vivo, in braccio alla madre, in posizione verticale e senza alcuna ferita». È la ricostruzione del testimone presente dopo l’incidente che ha preceduto la scomparsa della dj torinese, resa nota dal procuratore di Patti, Angelo Cavallo.

Gioele, ha aggiunto il procuratore Cavallo, «aveva gli occhi aperti» e il teste «è attendibile» A parlare con la procura sono stati «testimoni che erano in vacanza in Sicilia e poi sono rientrati al Nord». All’inizio, ha spiegato il procuratore, «avevano dei dubbi se fossero proprio loro, ma quando è stata diffusa la loro descrizione hanno capito che era quello l’incidente e si sono presentati».

Viviana Parisi quando è scesa dall’auto, dopo l’incidente stradale, «camminava in modo veloce, ma non correva» e «nei confronti di Gioele aveva un atteggiamento protettivo», ma «non escludiamo alcuna ipotesi», ha detto il procuratore, dopo la ricostruzione fatta dal testimone.

«L’ipotesi di un’aggressione da parte di animali selvatici è vagliata da tempo – ha aggiunto il procuratore – ma non è quella privilegiata. È una tesi come le altre. Il contesto familiare? È chiaro che alla luce di questa risultanze…La presenza della signora e del bambino vivi sul posto fanno perdere di importanza ad altri scenari».

«Noi – ha ribadito il magistrato – non privilegiamo alcuna pista perché le dobbiamo vagliare tutte, escluderne una potrebbe essere un errore. Non si può sottovalutare alcunché».

E ancora: «Alla luce delle testimonianza e delle riprese video in nostro possesso riteniamo che Viviana Parisi non fosse seguita. Poi per carità.. Ogni giorno aggiungiamo una tessera in più in questa storia. Al momento è ragionevolmente da escludere…».

Il procuratore ha reso noto anche che «sul traliccio la polizia scientifica di Catania non ha risposte definitive su tracce di impronte digitali e dna, non ci sono risultati evidenti». Il magistrato non ha escluso che la donna che «era un’abile camminatrice» sia giunta sul posto «facendo un percorso più lungo».

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