Leghisti veneti con il bonus da 600 euro: c’è anche il vice di Zaia

Anche il vice di Zaia alla Regione Veneto ha chiesto il bonus 600 euro, lui risponde: “A mia insaputa”. Altri leghisti lo hanno ottenuto.

Fino adesso, esclusa la prima autodenunciata che è in area progressista, sono soprattutto i leghisti ad ammettere di avere chiesto e ottenuto il bonus Inps riservato alle partite iva ‘davvero’ in difficoltà. I soldi, si sa, fanno gola a tutti.

Tra i richiedenti del Carroccio figurano ora anche due consiglieri regionali del Veneto, Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli, e il vicepresidente della stessa Regione, vice di Luca Zaia, Gianluca Forcolin.

Anche in questi casi, le scuse trovate per giustificare la richiesta del bonus, sono alquanto singolari: Barbisan e Forcolin hanno detto che la pratica è stata effettuata a loro insaputa.  Montagnoli, invece, giura di aver chiesto il bonus per poter dare poi i fondi in beneficienza.

Forcolin, il vice di Zaia: bonus chiesto a mia insaputa

matteo salvini getty images

Forcolin aggiunge di non avere mai ricevuto il bonus nonostante la richiesta fosse stata fatta. Secondo quanto raccontato in un’intervista al Corriere della Sera la domanda sarebbe stata inoltrata dalla sua socia: “Sono socio in uno studio di tributaristi” – ha spiegato.

La donna avrebbe fatto domanda per tutto lo studio, senza dire niente a nessuno: “Avevamo sette dipendenti in cassa integrazione. Il dato di fatto, però, è che io non ho visto un centesimo. La domanda non è stata accettata: non è arrivato mai nulla. La richiesta rispondeva a ogni criterio di legittimità e quei 600 euro, fossero arrivati, sarebbero rimasti nelle casse dello studio” – prova a spiegare il consigliere.

Barbisan, dal cdanto suo, dice di averlo ricevuto il bonus ma, bontà sua, di averlo devoluto in beneficienza. La richiesta sarebbe stata inoltrata dal suo commercialista, anche in questo strano caso, a sua insaputa: “Quando l’ho visto gli ho detto per carità di Dio non farlo mai più”.

Infine, Montagnoli ha raccontato: “Quando è uscito il decreto Cura Italia, che riguardava tutti i lavoratori autonomi, ho deciso con mia moglie di richiedere il bonus con l’intento fin da subito di devolverli per l’emergenza covid e a chi lavora nella protezione civile. Ho sbagliato: con il senno di poi ho fatto una leggerezza, ma in buona fede”.

Tutti innocenti, insomma. La Lega, intanto, comunica che è pronta a sospendere tutti gli esponenti che abbiano ricevuto il bonus, anche se poi è stato devoluto in beneficienza. Vedremo.

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