Scandalo in politica, Bonus 600 euro, Di Maio: “vergogna, si dimettano”

Cinque deputati e un presentatore hanno intascato il bonus da 600 euro: ad accorgersene è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps.

Ci sono cinque deputati e un noto presentatore televisivo che, nonostante gli stipendi alti di parlamentari e Vip, hanno pensato bene di chiedere – ottendendolo – il bonus da 600 euro riservato alle Partite Iva. Secondo La Repubblica si tratta di tre esponenti della Lega, uno del Movimento 5 stelle e uno di Italia viva.

Nulla di illegale, si presume, ma se i parlamentari sono dipendenti dello Stato, come possono chiedere un bonus per gli autonomi? E poi, soprattutto, è una questione di etica, di morale.

Cinque deputati hanno richiesto e ottenuto il bonus Partite IVA da 600, poi elevato a mille, stanziato dal governo tra le misure anti-Covid. Insieme a loro anche un conduttore televisivo. Nulla di irregolare, dicevamo.

Tuttavia, la notizia, fornita dalla Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps, riportata su Repubblica, non può che fare scalpore.

Come dire: – almeno per i deputati – con una mano hanno votato alla Camera lo scostamento di bilancio necessario a finanziarie le misure di protezione, con l’altra ne hanno intascato una quota.

Di cui, a giudicare dal 730, potevano fare a meno. Come poteva farne a meno il noto conduttore televisivo, scoperto a esercitarsi nella medesima pratica.

A norma di legge, tutti i possessori di partita Iva, liberi professionisti e co.co.co, oltre ad alcune categorie di autonomi, avevano diritto di accedere all’indennità, erogata sull’onda  dell’emergenza, per i mesi di marzo e aprile, a maggio è stato introdotto il limite del calo di fatturato.)

Come si legge sul sito dell’Inps: “A tali indennità possono accedere, per marzo ed aprile, i liberi professionisti con partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020, iscritti alla Gestione Separata e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che non siano titolari di un trattamento pensionistico diretto, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità”.

Mentre per maggio, mese in cui l’assegno è salito a mille euro, “oltre alla partita Iva, attiva alla data del 19 maggio 2020, occorre dimostrare di aver subìto una perdita di reddito del 33% nel secondo bimestre 2020 rispetto al secondo bimestre 2019”.

Non si può dunque parlare di truffa, ma la notizia dei cinque che hanno chiesto e ottenuto il bonus ha fatto riaccendere gli animi di chi aveva denunciato i privilegi della casta.

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