Documenti esperti: “lockdown al Nord” ma Conte ha chiuso tutta Italia

Coronavirus, desecretati gli atti del Comitato tecnico scientifico: il 28 febbraio gli esperti confermavano la necessità delle zone rosse.

Desecretati i documenti del Comitato tecnico scientifico del Governo. Per la verità sono solo cinque quelli pubblicati dalla Fondazione Einaudi, e ci si chiede il perchè dal momento che ce ne sono 23 in totale.

Il dato che salta subito all’occhio: il 7 marzo il Cts suggeriva chiusure differenziate, ma due giorni dopo il governo optò per il lockdown nazionale. Messi online 5 verbali, mancano quelli di 18 riunioni.

“Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto presentano una situazione epidemiologica complessa tale da richiedere la prosecuzione delle misure di contenimento”. Lo scrivevano il 28 febbraio, una settimana dopo l’individuazione del paziente uno a Codogno, suggerendo al governo una serie di misure più restrittive per le zone dove il coronavirus si stava maggiormente diffondendo.
Solo dieci giorni dopo, il governo adottò il lockdown per la Lombardia e altre 14 province del Nord. Gli esperti suggerivano soprattutto la sospensione di tutte le manifestazioni organizzate “di carattere non ordinario e di eventi in luogo pubblico e privato”, degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi pubblici o privati e dei concorsi, la chiusura di scuole e università, il mantenimento dell’obbligo di chiusura per musei e per tutti i luoghi culturali.
Per quanto riguarda le attività commerciali, il Cts consigliava la “soppressione dell’obbligo di chiusura” ma solo a condizione “dell’adozione di misure organizzative che consentano la fruizione nel rispetto della distanza di almeno un metro tra le persone”.

Il primo marzo il Cts esprimeva la raccomandazione generale che “la popolazione, per tutta la durata dell’emergenza, debba evitare, nei rapporti interpersonali, strette di mano e abbracci”.

Documenti desecretati, 7 marzo: “chiusure differenziate” ma arrivò il lockdown per tutti

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Coronavirus: dopo il decreto dell’11 marzo chiudono i negozi (foto web)

Il 7 marzo, come anticipato, gli esperti del Comitato tecnico scientifico proposero chiusure differenziate, ma due giorni dopo arrivò il lockdown nazionale. Il Cts, nel verbale del 7 marzo, individuava “le zone cui applicare le misure di contenimento della diffusione del coronavirus più rigorose rispetto a quelle da applicarsi all’intero territorio nazionale, nelle seguenti zone: Regione Lombardia, e province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio Emilia e Modena; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova e Treviso, Alessandria e Asti”.

L’indicazione era di misure differenziate per territori. Il 9 marzo viene invece annunciato il lockdown totale dell’Italia.

In totale sono cinque i verbali, oltre 200 pagine, che sono stati pubblicati sul sito della fondazione Luigi Einaudi, dopo essere stati desecretati dalla presidenza del Consiglio dei ministri.

Il verbale del Cts sulle chiusure è del 7 marzo ed è il numero 21. Il verbale successivo pubblicato dalla Fondazione Einaudi è il numero 39 del 30 marzo. Per cui al momento mancano i verbali delle altre 18 riunioni degli esperti.

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