Scandalo in Francia: allenatori violentavano pattinatrici, anche di 13 anni

Pattinaggio: giovani atlete violentate dai loro allenatori, 21 indagati. Le sportive erano quasi tutte minorenni, anche di 13 anni.

Avevano 16, 15, anche 13 anni, e un sogno comune: diventare campionesse di pattinaggio artistico. Un sogno con un prezzo  troppo alto da pagare: i loro allenatori le violentavano. La notte, negli alberghi, dopo le gare.

Ma anche di giorno, alla fine degli allenamenti, negli spogliatoi. Una vergogna che è uscita alla scoperta dopo 30 anni di abusi. Lo scorso gennaio l’ex campionessa Sara Abitbol aveva osato parlare per prima, con un libro.

Un si long silence (Un lungo silenzio), nel libro l’atleta aveva denunciato il suo allenatore Gilles Beyer, campione di Francia nel 78. E altre atlete hanno poi trovato il coraggio di parlare: Hélène Godard, Anne Bruneteaux, Béatrice Dumur.

Ieri, al termine di quasi sette mesi di inchiesta, 21 allenatori o ex allenatori sono stati scoperti e tra questi, dodici sarebbero accusati di «violenze o aggressioni sessuali».

Pattinatrici violentate dagli allenatori: “il più grosso scandalo in uno sport”

“È il più grosso scandalo in uno sport”, ha commentato una fonte del ministero. «È peggio di quanto credessimo» ha detto la pattinatrice Anne-Line Rolland, una delle accusatrici.

Il ministero ha detto che l’inchiesta ha fatto emergere «fatti suscettibili di avere una rilevanza penale» e che il rapporto è stato dunque trasmesso «al procuratore della Repubblica presso il tribunale giudiziario di Parigi».

Un allenatore è già stato arrestato ed è in carcere preventivo da febbraio, mentre per altri cinque è scattato il divieto di lavorare e di avvicinare le atlete.

Come racconta Il Messaggero, si è rotto dunque il muro di omertà sul mondo del pattinaggio transalpino.

Nel frattempo Sarah Abtibol ha dichiarato: Per la prima volta mi sento sollevata. Ho l’impressione che finalmente qualcuno mi ascolta finalmente possiamo dire che la vergogna è passata sull’altro fronte […] finalmente posso guardarmi allo specchio ed essere orgogliosa di me stessa, dirmi che sono riuscita a far cadere un muro e a fare qualcosa di importante […] Ma se sono usciti fuori più di venti nomi e se per dodici le accuse sono cosi serie, significa che le vittime sono tante, molte di più di quello che pensavamo”.

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