Bonus fino a 1000 euro per i frontalieri residenti in Italia?

Fino a questo momento i lavoratori frontalieri non sono stati ricompresi in nessuno dei sussidi varati dallo stato. Lo scenario però potrebbe cambiare: ecco le principali novità 

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Fonte Instagram – @ilfed.ch

L’emergenza coronavirus e il conseguente lockdown ha messo il Governo nella posizione di dover dar manforte ai cittadini. Nel corso di questi ultimi mesi sono stati varati vari bonus con l’obiettivo di favorire una ripresa economica, che al momento appare ancora molto lontana.

In qualche modo quasi tutte le categorie di lavoratori hanno beneficato di un sussidio: lavoratori dipendenti, autonomi e con partite iva, ma anche chi non ha una posizione lavorativa stabile (tramite il reddito di emergenza). A quanto pare però, sembra che lo stato si sia dimenticato dei cosiddetti lavoratori frontalieri, che ad oggi non hanno ricevuto nessun tipo di aiuto.

Certo, lavorando all’estero sono soggetti alle regole di mercato del paese in cui prestano servizio, ma il decreto rilancio all’articolo 103 bis prevede un nuovo bonus proprio in favore dei frontalieri. Ecco di cosa si tratta nello specifico.

Bonus lavoratori frontalieri: regolamento e cifre

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Per effetto di di ciò sono stati stanziati 6 milioni di euro da versare ai lavoratori frontalieri residenti in Italia, che svolgono la loro attività in paesi confinanti che non facciano parte dell’Unione Europea con cui sono vigenti accordi bilaterali.

Devono avere inoltre rapporti di collaborazione stabile o essere titolari di partita iva che abbiano cessato il rapporto lavorativo frontaliero a partire dal 23 febbraio 2020. Naturalmente non devono rientrare in altri parametri che consentono di ottenere altri benefici.

La curiosità riguarda la cifra spettante ai lavoratori che dovrebbe variare dai 600 euro ai 1000 euro. Dunque un corrispettivo in linea con quelli erogati alle altre categorie durante la fase di piena emergenza.

Questa però è solo un’ipotesi al momento. Per capire realmente i parametri reali bisognerà aspettare un ulteriore decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, che potrà essere emanato 30 giorni dopo dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Rilancio

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