Massimo Giletti nel mirino della mafia: paura per il giornalista

Massimo Giletti è finito nel mirino della mafia, il giornalista minacciato dal boss lo ha scoperto dai giornali: tanta la rabbia.

Massimo Giletti
Foto: Instagram @mgilettifanclubofficial

Massimo Giletti ha commentato con rabbia le minacce ricevute da un boss mafioso, un fatto risalente lo scorso maggio ma emerso alla cronaca soltanto oggi.

Il conduttore, alla guida di Non è l’Arena, è entrato nel mirino di un noto esponente della malavita a seguito proprio di un servizio andato in onda nella sua puntata.

Massimo Giletti nel mirino della mafia

Massimo Giletti
Foto: Instagram @mgilettifanclubofficial

Massimo Giletti lo scorso 11 maggio nel corso della puntata di Non è l’Arena il noto giornalista si è esposto in merito alle scarcerazioni dei mafiosi che tanto hanno fatto discutere nel corso della quarantena.

Il giornalista è intervenuto su Adnkronos in merito a questa vicenda e sopratutto ha voluto commentare il modo in cui gli è stata comunicata la notizia: “Apprendere da un giornale una cosa di questo tipo, mi lascia molto preoccupato. Mi preoccupa questo silenzio.”

“Giletti sta scassando la minc*ia , così il boss palermitano Filippo Graviano ha commentato l’intervento di Giletti nel suo talk su La7. A rivelare il fatto Lirio Abate, vice direttore dell’Espresso che ne parla nel suo libro denuncia, U Siccu, Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi.

Graviano ha rivolto il suo disprezzo anche verso Di Matteo nella sua conversazione con il boss della ‘ndrangheta Maurizio Barillari, ad alta voce, forse per farsi ascoltare dagli uomini del Gom che lo sorvegliano affermano su Il Corriere della Sera.

L’inchiesta di Giletti sulle scarcerazioni mafiose mosse un grande dibattito pubblico. Graviano si complimentò invece con il ministro della Giustizia Bonafede: “Il ministro fa il suo lavoro e loro rompono il caz*o.”

Il giornalista non sapeva niente

Giletti ha appreso di queste conversazioni tramite i giornali, mesi dopo il fatto: “Quello che è grave è apprendere informazioni così delicate da un giornale piuttosto che dallo Stato e dalle istituzioni competenti” ha dichiarato al Corriere.

Nella medesima intervista ha sottolineato: “Prendo atto che mi abbia chiamato il ministro Bonafede e sono contento che lo abbia fatto, – aggiungendo poi – ma ribadisco che forse avrei dovuto sapere prima delle minacce del boss Graviano nei miei confronti.”

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