Il clandestino non era la prima volta che lanciava pietre addosso alle auto in corsa, eppure era libero di agire. Al Casilino stanno perdendo la pazienza.
Non ce l’ha fatta Alice: ha perso il suo occhio. Ieri, subito dopo la sassata ricevuta in pieno volto, la 32enne romana sperava ancora: “ora speriamo di non perdere l’occhio” aveva detto con il viso tumefatto e pieno di sangue.
Alice Tarquini, 32enne romana, ricorda solo una sterzata improvvisa alla guida della sua auto e poi le sue mani che si toccano il viso e sono piene di sangue. Un clandestino, come ha riportato Il Giornale, ha scagliato sassi contro la sua macchina finendo per colpirla in pieno.
Presa a sassate da clandestino: perso l’occhio sinistro
Ora che conosce la verità, Alice, è disperata, non riesce a darsi pace: sa che la sua vita cambierà e per colpa di un balordo che le ha tirato contro un grosso sasso senza alcun ragionevole motivo, forse ‘per noia’.
Lunedì sera, la giovane stava rincasando a bordo della propria auto quando, all’incrocio tra la Casilina e via della Primavera, è stata aggredita. “Ero quasi arrivata – ha raccontato a Leggo – Non mi sono resa conto di essere stata colpita da un sasso ma il mio viso è diventato all’improvviso una maschera di sangue”.
“Il dolore che ha preceduto l’emorragia è stato lancinante […] Ricordo solo di aver visto qualche istante prima la sagoma di una persona sul marciapiedi che inveiva verso le vetture in strada […] Ho pensato di morire – conclude la giovane – è stato provvidenziale il passaggio di un’ambulanza con un medico a bordo che si è fermato per i primi soccorsi”.
Quella sagoma sul marciapiedi era quella di Balbir Cumar, 42 anni, di nazionalità indiana. Senza fissa dimora, senza lavoro e senza permesso di soggiorno.
Un clandestino conosciuto alle forze dell’ordine per via di altri reati, eppure libero di uccidere. Ha anche aggredito i carabinieri intervenuti per arrestarlo. Era recidivo, decisione tardiva, provino a spiegarlo ad Alice.
Presa a sassate da clandestino, perde un occhio: al casilino scoppia la protesta
Il dramma di Alice è solo la punta dell’iceberg di una serie di episodi criminosi ad opera in maggioranza di stranieri, clandestini e senza fissa dimora, nel quartiere Casilino.
“Ogni giorno è sempre peggio – raccontano gli abitanti del Casilino. “Immigrati indisturbati fanno pipì si ubriacano e la notte urlano, si sono impossessati del nostro quartiere, non ne possiamo più”.
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