Ocean Viking, 6 tentativi di suicidio e botte: arrivati i medici italiani

Situazione molto tesa sulla Ocean Viking che ospita da giorni 180 migranti. I medici italiani e gli psicologi sono a bordo della nave di Sos Mediterranée.

Situazione tesissima sulla Ocean Viking e ora a bordo sono saliti anche i medici italiani, tra i quali uno psicologo della Asp che ha visitato le 180 persone sulla nave di Sos Mediterranée riferendo alla capitaneria di porto di Pozzallo che le condizioni sono gravi e richiedono lo sbarco immediato.

Ora si attendono le decisioni del Viminale. Altri 52 presi a bordo da un mercantile

Dunque l’ispezione medica a bordo ha confermato: le condizioni psicologiche dei migranti a bordo ormai da dieci giorni della Ocean Viking sono tali da non garantire la sicurezza a bordo.

Quindi la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del comandante della nave di SoS Mediterranée è più che giustificata.

La nave ferma è da ieri a 16 miglia dalla costa suorientale della Sicilia. Ora si attendono le conseguenti decisioni del Viminale che dovrebbe assegnare il porto di sbarco. E, con tutta probabilità, non sarà in Sicilia già alle prese con la difficile gestione degli sbarchi di migranti da effettuare garantendo rigorosi controlli sanitari per l’emergenza Covid.

Anche se una delle ipotesi è che vengano portate a terra, a Pozzallo dove l’hotspot è stato svuotato proprio oggi.

La nave Moby Zaza, messa a disposizione per la quarantena degli immigrati, è ancora piena ma potrebbe svuotarsi dunque, almeno in parte, nelle prossime ore.
Ci sono 180 persone da dieci giorni a bordo della nave Ocean Viking di Sos Mediterranée e ieri pomeriggio il Comandante ha dichiarato lo stato di emergenza chiedendo un intervento di aiuto immediato dopo sei tentativi di suicidio e scontri a bordo tra migranti ed equipaggio e tra gli stessi migranti.

 

Dietro il ritardo con cui le autorità italiane hanno gestito la risposta alla richiesta di un porto per la Ocean Viking c’è la difficoltà di gestire in sicurezza lo sbarco di un numero così elevato di persone tra le quali potrebbero esserci dei positivi al Covid, come verificatosi nei due ultimi sbarchi dalla Sea Watch e dalla Mare Jonio e anche in alcuni sbarchi autonomi in Sardegna.

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