Proteste in tutto il mondo, ma è sempre colpa della Polizia?

Il difficile mestiere del poliziotto. Un mestiere che oltre ad una buona preparazione fisica, ha bisogno di una mente allenata ad ogni situazione. 

Che cosa succede alla Polizia? Lo spunto nasce dall’ultima ora che arriva dagli Stati Uniti: è comparso un video – per ora sequestrato – in cui un afroamericano muore dopo essere stato fermato da alcuni agenti a Tacoma, nello stato di Washington.

A girarlo – secondo il New York Times – una donna che si trovava dietro alla macchina della polizia, che urla: “Smettetela di colpirlo, o mio Dio smettetela!”. L’episodio risale al 3 marzo e la vittima sarebbe stata all’improvviso scaraventata a terra, quando gli agenti hanno continuato a infierire. Per la polizia è stato l’uomo ad aggredire i poliziotti.

E restano gravi le condizioni di un manifestante di 75 anni, di origini italiane, spinto a terra da un gruppo di poliziotti a Buffalo, ricoverato in ospedale in condizioni “stabili ma gravi”.

“Gli agenti di polizia devono far rispettare la legge, non abusarne” – ha detto il sindaco di New York, Cuomo.

Il punto è proprio questo: quanto i poliziotti riescono a fare rispettare la legge senza oltrepassare i limiti? E quanto sono responsabili i cittadini di fronte alle forze dell’ordine? La domanda è doverosa, non può essere che le colpe stiano sempre dalla stessa parte.

Polizia, quanti errori, ma sono solo loro i colpevoli?

Di fornte a scene come questa in foto, come si devono comportare le forze dell’ordine? Quanto è sottile il filo che separa la legalità dal sopruso? E che dire della paura?

Gabriele Sandri, Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi. E molti altri ce ne sarebbero. Comune denominatore: giovani vite spezzate, e spesso senza una ragione apparente.

Già, apparente. Perchè non tutti i ragazzi uccisi sono stati colpiti mentre passeggiavano mano nella mano con la propria fidanzata. Nessuno si cerca la morte, ma qualche volta accettano il rischio. E di fronte a loro trovano – poliziotti o carabinieri – che con il rischio ci lavorano tutti i giorni.

Il poliziotto che piange

Vogliamo credere che nessun poliziotto, quando indossa la divisa all’inizio del turno, abbia il pensiero di uccidere qualcuno. Vogliamo credere che pensino che andrà tutto bene e potranno tornare a casa orgogliosi di avere fatto il loro dovere.

E vogliamo credere che nessun manifestante serio abbia voglia di bastonare un poliziotto e dunque – nel caso George Floyd per esempio – di mettersi all’altezza di chi ha ucciso un uomo con cattiveria e cinismo.

Anche i poliziotti piangono quando sono costretti a fare cose che non avrebbero mai immaginato di fare. Anni fa, Grant Morrison del Montana, uccise a sangue freddo un ragazzino: Richard Ramirez.

Il giovane nascondeva una pistola – poi risultata una scacciacani – e non ubbidiva agli ordini dell’agente che gli intimava di mettere le mani in alto. Grant ha sparato e ha ucciso il ragazzo. Ma se fosse successo il contrario?

Il video

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