Zaia: “Dal 3 giugno benvenuti anche i lombardi, non sono untori”

Luca Zaia riapre il suo Veneto dal 3 giugno e apre le porte anche ai lombardi: una polemica a distanza con il presidente della Sardegna, Solinas “che però capisco”.

Il 3 giugno si avvicina e le regioni italiane si preparano a riaprire i confini dopo la quarantena. Non senza polemiche, però.

Luca Zaia, governatore del Veneto, in un’intervista al Corriere della sera, ha confermato che dal 3 Giugno consentirà l’entrata nel suo territorio di cittadini italiani provenienti da altre regioni, compresa la Lombardia. 

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Una scelta che gli subito attirato le critiche del Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, che ritiene che in questo momento ci sia ancora la necessità di tenere la regione Lombarda in isolamento.

Nel merito, Zaia ha risposto che per quanto comprenda le preoccupazioni a riguardo di Solinas, la sua non è una decisione presa “alla leggera”. A suo parere però nessuno può uscirne come un untore. Mi metto nei panni di un lombardo, non troverei corretto che qualcuno mi trattasse da agente di contagio”  – ha aggiunto Zaia.

Una critica a Conte

Interrogato sulle misure da intraprendere per proseguire nel contenimento del coronavirus, Zaia ha dichiarato che i tamponi restano molto importanti per poter elaborare un piano per la sanità pubblica che risulti realmente efficace.

Sull’argomento ha poi aggiunto però che questi vanno considerati comeuna fotografia che vale nel momento in cui viene scattata”

Ha infatti spiegato che i test possono soltanto attestare la positività di una persona dopo sette giorni dal contagio. Questo, come precisa Zaia, significa che una persona può risultare negativa al tampone ma ammalarsi di Covid-19 tre giorni dopo. 

Per quanto riguarda i piani predisposti dal governo per risollevare la sorti del paese dopo la crisi economica innescata dal lockdown, il governatore del Veneto pur premettendo nel suo interventi di volersi sforzare “di non fare polemica”, riserva comunque delle stoccate molto dure all’esecutivo, e in particolare al premier Conte.

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A suo parere infatti “lui non è arrivato ieri, martedì saranno due anni. Mi aspetterei qualcosa più che non i propositi. Tra l’altro, io sono arci convinto della necessità di un cambio di paradigma”.

A conclusione dell’intervista, Zaia ha sottolineato il fatto che la sua regione ha bisogno di vedere rilanciato nel più breve tempo possibile il settore manifatturiero, una delle eccellenze del territorio, vitale alla sua sopravvivenza.

Su questa ha riferito che al momento, ciò che più gli chiedono gli imprenditori del luogo, è di non complicare gli affari semplici”.

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