Libri bruciati davanti a centro sociale: è da stupidi e fascisti

Atto intimidatorio contro uno dei centri sociali più attivi del bolognese. I libri bruciati vorranno dire qualcosa?

Si sono adoperati durante tutta l’emergenza coronavirus affinchè non mancassero le prime necessità ai più bisognosi. E hanno cercato di portare la cultura nelle case di bambini e ragazzi tramite la consegna di libri. Non può essere un caso che siano stati i libri ad essere bruciati davanti all’ingresso del Tpo di via Casarini.

La rabbia trasmessa su Facebook

Una pila di libri bruciati. «Questo è quello che abbiamo trovato questa mattina di fronte al cancello del Tpo» – denuncia su Facebook il centro sociale«Fare solidarietà, costruire mutuo soccorso nella crisi non piace a tutti – è scritto -. Leggiamo questo gesto come un tentativo di intimidazione.

Un attacco contro la storia del Tpo in quartiere e in città e soprattutto un vile gesto rivolto contro l’azione di solidarietà che a 360 gradi ha riguardato il Tpo da quando è partita l’emergenza Covid-19. Mentre noi stiamo portando i libri nelle case dei bambini e dei ragazzi del quartiere – continua il post – a qualcuno è venuto in mente di venire a bruciare libri davanti al Tpo.

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Forse a qualcuno non piace che nessuno rimanga indietro, forse qualcuno preferirebbe un prima gli italiani, oppure a qualcuno non piace che nella crisi ci si dia una mano a vicenda. Questo ancora non lo sappiamo con certezza ma sta di fatto che i libri li hanno sempre bruciati gli stupidi e i fascisti».

Solidarietà al centro sociale

«Questa notte – conclude il post – per fortuna il fuoco è stato fermato dalla pioggia, e così come la pioggia ha spento le fiamme, noi senza paura continuiamo ad agire per spegnere le fiamme della crisi che in molti stanno vivendo e per alzare quelle della lotta comune, della solidarietà e del mutuo aiuto».
Forse a qualcuno farebbe comodo un mondo di ‘cimiteri di libri dimenticati’ di zafoniana memoria, ma il centro sociale di via Casarini non ci sta. «Siamo qua dal 2007 e non abbiamo mai avuto problemi con nessuno – ha spiegato Domenico Mucignat, il primo del collettivo a scoprire il rogo – ma è certo che qualcuno ha portato di proposito lì dei libri soltanto per bruciarli».
Il centro sociale non si è mai fermato durante la pandemia, ed è rimasto attivo nel quartiere consegnando generi alimentari e libri «per i ragazzi del doposcuola ma non solo», sottolinea Mucignat. «Si tratta di un gesto molto grave, un incendio simbolico da non sottovalutare. Bruciare libri sono cose che fanno i fascisti e gli stupidi. Denunciare?Valuteremo – conclude l’attivista-. La Polizia è giunta sul posto e farà procederà per suo conto, noi per adesso siamo molto contenti della tanta solidarietà ricevuta».

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