Coronavirus, barista caccia operatore del 118 per paura del contagio

Un episodio che ci deve far riflettere, perché forse siamo bravi a chiamarli eroi solo quando li guardiamo alla tv. 

Numeri alla mano, il popolo italiano ha risposto molto bene all’appello di responsabilità lanciato dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. I media, però, se da una parte hanno additato i cittadini colpevoli di non rispettare il lockdown, non hanno fatto altrettanto nell’evidenziarli i meriti di milioni di persone che hanno rinunciato alla loro libertà personale per tutelare quella collettiva.

Una doverosa premessa prima di raccontare l’episodio increscioso di Napoli.

Il barista caccia dal suo locale un operatore del 118

Nel capoluogo campano, in via Toledo, un barista ha cacciato via dal suo locale, trattandolo come un vero e proprio appestato, un operatore del 118 che stava lavorando in una postazione adiacente il bar, semplicemente perché aveva chiesto di poter utilizzare il bagno.

A denunciare l’accaduto è stata “ Nessuno tocchi Ippocrate” associazione del territorio che attraverso la sua pagina Facebook ha raccontato la vicenda. 

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La postazione del 118 non disponeva di un luogo per i servizi igienici. Normale dunque, che uno degli operatori abbia sentito il bisogno di andare in bagno, e come spesso accade, il bar è il primo posto in cui ci viene in mente di andare.

Ma come detto, appena entrato nel locale, l’operatore ha chiesto di poter utilizzare il bagno e come risposta ha ottenuto un secco rifiuto da parte del barista e l’invito tutt’altro che gentile di uscire immediatamente dal locale. 

Eccesso di zelo o paura?

 

Può essere comprensibile che il barista in questione avesse paura del contagio. Ma forse avrebbe dovuto e potuto usare un pò più di buon senso e coraggio.

Le persone che lavorano nella sanità, e che oltretutto non sono supportate adeguatamente dallo Stato per proteggersi dal virus come hanno più volte denunciato in questi mesi, ogni giorno escono di casa a loro rischio e pericolo per tutelare la salute di tutti noi.

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Èd è troppo facile elogiare il loro coraggio finché sono distanti da noi, se poi non siamo in grado nemmeno di esporci ai pericoli che corrono loro quotidianamente.

L’episodio deve servire a riflettere su cosa dobbiamo fare per restare uniti e aiutarci in questo difficile periodo. Se iniziamo a trattare da untori chi ci salva la vita, il futuro si prospetta tutt’altro che roseo.

 

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