Fase 2 coronavirus, nuovo protocollo sicurezza lavoro: cosa cambia?

Le nuove disposizioni da seguire sui posti di lavoro per la Fase 2 coronavirus. Seguire il protocollo è obbligatorio, chi non lo fa rischia la temporanea sospensione dell’attività

Fase 2 coronavirus
Fonte Pixabay

Il 24 aprile 2020 è stato integrato il Protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro con le nuove regole in vista della Fase 2 il cui inizio è fissato per lunedì 4 maggio. Si tratta di un provvedimento obbligatorio. La mancata osservanza comporterà la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza previste.

Dunque fino a quando le aziende non potranno garantire lo svolgimento delle attività con le giuste prevenzioni potranno continuare ad accedere agli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione con riduzione o sospensione dell’orario lavorativo. Chi può, naturalmente può proseguire con lo smart working in attesa di poter tornare sul posto di lavoro quando saranno prese tutte le precauzioni del caso.

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Fase 2 coronavirus, le nuove disposizioni da attuare sul posto di lavoro

Fase 2 coronavirus
Lavoro (Fonte Pixabay)

Ma quali sono nel dettaglio le nuove disposizioni? Le aziende hanno il compito di divulgarle affiggendo nelle aree di maggiore visibilità dei fogli con le norme varate dalle Autorità. Ecco quali sono:

  • Obbligo di rimanere a casa qualora la propria temperatura corporea (che potrà essere controllata all’ingresso) superi i 37.5° o si ravvisino altri sintomi influenzali. Contestualmente va avvisato il medico e l’autorità sanitaria;
  • Consapevolezza e accettazione di non poter stare sul posto di lavoro (anche successivamente all’ingresso) laddove ci siano condizioni di pericoli (avvertimento sintomi, provenienza da zone di rischio o contatti con persone che hanno avuto il virus). Anche in questo caso bisogna prontamente contattare il dottore e l’autorità sanitaria. Naturalmente bisogna rimanere a casa;
  • L’impegno a rispettare tutte le regole di sicurezze specificate dalle Autorità e dal datore dei lavoro (lavarsi spesso le mani, mantenere le distanze di sicurezza per citare alcuni esempi);
  • Informare tempestivamente il proprio capo laddove si manifestino sintomi influenzali mentre si sta svolgendo l’attività lavorativa, avendo cura di stare lontani da tutti i presenti.

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Sanificazione e obblighi per i dipendenti

Un’attenzione particolare va riposta anche a coloro che per fortuna sono guariti dal Covid-19. Prima di poter tornare a lavoro è obbligatorio fornire con certificato medico che attesti l’avvenuta negativizzazione. Nelle aree dove si sono venuti a creare dei focolai, vanno aggiunte misure specifiche come l’esecuzione dei tamponi sui lavoratori.

All’interno dell’azienda dovranno essere assicurate costanti operazioni di pulizia giornaliera e di sanificazione periodica sia delle aree di lavoro (postazioni, pc, tastiere, mouse, schermi) sia in quelle di svago. Qualora in azienda ci sia un persona positiva, il processo di igienizzazione deve essere ancora più dettagliato secondo quanto stabilito dalla circolare numero 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute. Inoltre bisognerà garantire la presenza di erogatori con gli appositi gel in vari aree. I lavoratori dal canto loro dovranno utilizzare le mascherine. Nel caso di lavori a stretto (a meno di 1 metro di distanza) devono essere utilizzati anche guanti, tute, occhialini e cuffie conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

Le aree comuni come mense, aree fumatori e spogliatoi dovranno essere contingentate e ventilate costantemente. Per forza di cose bisognerà sostare in queste zone lo stretto necessario mantenendo almeno 1 metro di distanza. Ovviamente vanno evitati assembramenti. Per questo vanno riorganizzati al meglio anche gli orari di entrata e uscita da lavoro che devono avvenire possibilmente da porte diverse.

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